Arrivabene ha mentito a tutti.
Ora è ufficiale: la Juventus ha comunicato di aver acquisito a titolo definitivo il diritto alle prestazioni sportive di Dusan Vlahovic dalla Fiorentina. L’arrivo del gioiellino serbo alla corte di Mister Allegri segna il record di trasferimento più oneroso nella finestra invernale del calciomercato. La cifra si aggira attorno ai 70 milioni di euro bonus inclusi, pagabili in tre esercizi commerciali. A ciò vanno aggiunti altri 10 milioni di bonus legati al raggiungimento di determinati obiettivi.
L’ingaggio quinquennale (quadriennale e mezzo, ndr) del giocatore, quasi decuplicato rispetto a quanto percepiva in maglia viola, raggiunge i 7 milioni di € netti – 13 lordi – fino al giugno 2026. Un’altra dozzina di milioni verranno sborsati infine dalla Vecchia Signora per il contributo di solidarietà previsto dalla FIFA (in piccola parte) e per oneri accessori (in gran parte) che andranno all’agente del giocatore e al suo entourage, che inizialmente avevano richiesto una cifra attorno ai 18 milioni di €.
Conti in rosso
A conti fatti, possiamo dire che il patron viola Rocco Commisso ha rispettato la sua promessa, non facendosi ricattare dagli agenti del serbo. Ma se la Fiorentina (la società, un po’ meno i tifosi) può dirsi soddisfatta dell’operazione in termini finanziari, la domanda che quasi tutti ci poniamo è se e come la Juventus possa permettersi di sborsare una cifra del genere, in un momento storico e con una situazione finanziaria a dir poco delicati.
È fattuale: la Juventus si è potuta permettere Vlahovic. Più complesse sono invece le risposte per le successive domande. Da quando è iniziata la pandemia la Juventus ha chiuso i propri bilanci con importanti passivi che complessivamente toccano quasi i 300 milioni di €. Il passivo per la chiusura del prossimo bilancio nel giugno 2022 è stimato in altri 130 milioni di perdite. I mancati introiti potrebbero verosimilmente far scendere il fatturato della società torinese sotto i 400 milioni di € per la prima volta dalla stagione 2016-2017.
Che la Juventus (e non solo) avesse un disperato bisogno di soldi era chiaro già quando il suo presidente Andrea Agnelli insieme al parigrado del Real Florentino Perez e soci avevano lanciato il progetto-golpe Superlega. Anche da un punto di vista pirandellianamente meno tragicomico, la Juventus ha dimostrato di essere al verde chiamando due aumenti di capitale negli ultimi due anni. Il primo, di 300 milioni di € nel dicembre 2019 per finanziare de facto l’operazione CR7 e il secondo, nel dicembre 2021, che ammonta a 400 milioni di €, per arginare le perdite dovute al Covid.
“L’aumento di capitale servirà per far quadrare i conti di squadra, ma non per colpi di teatro in termini di mercato a gennaio”.
Maurizio Arrivabene, 18 dicembre 2021
Vlahovic e il bluff della Juventus
Col senno di poi è facile parlare. In gergo pokeristico possiamo dire che Arrivabene stava bluffando. Infatti, ai 400 milioni di € vanno aggiunti altri 75 già versati in estate dal maggiore azionista Exor, società presieduta da John Elkann. Sottraendo a questa somma i 145 milioni che saranno utilizzati per coprire il fabbisogno finanziario nel 2022 e altri 175 che saranno destinati al finanziamento delle azioni previste nel piano di sviluppo 2019-2024, si ottiene un tesoretto di 80 milioni €, che sono esattamente la cifra che la Juventus ha sborsato per assicurarsi le prestazioni del capocannoniere della Serie A.
Ricapitolando, attraverso l’ultimo aumento di capitale la Juventus ha potuto trovare i fondi per finanziare l’acquisto del cartellino più costoso della sessione di mercato invernale, nonostante la crisi pandemica e i conti in rosso. Tuttavia, lo stesso discorso non può essere applicato ai costi ulteriori, come le commissioni e soprattutto il pesante ingaggio che sfiora i 60 milioni di € lordi nella sua durata totale. Sicuramente, nella sessione estiva la Juventus potrà permettersi pochi acquisti senza prima cedere per autofinanziarsi.
Inoltre, la Vecchia Signora dovrà impegnarsi nel tagliare il proprio monte ingaggi, già il primo per distacco della Serie A. Basti pensare che solo gli stipendi di Ramsey, Rabiot e Alex Sandro coprono quasi l’intero monte ingaggi dell’Atalanta che precede proprio i Bianconeri in classifica. Se si dovranno cedere pezzi preziosi a rivali (Dybala?, ndr) o no saranno solo il tempo e i risultati a dircelo. L’acquisto di Vlahovic, giovane con potenzialità indiscusse e con ampi margini di miglioramento, è una mossa astuta e di prospettiva, finanziariamente molto più conveniente delle operazioni Ronaldo o Higuain, più avanti con l’età e difficilmente ammortizzabili. Al tempo stesso però quello di DV7 sembra essere un azzardo per una società indebitata come la Juventus. Restando nel gergo pokeristico, con Vlahovic la Juventus ha fatto un all-in, mettendo sul piatto tutto quello che poteva spendere e ora un posto in Champions diventa ancora più cruciale per le casse bianconere.