Si gioca il quarto turno della competizione più amata dal pubblico inglese. La storica FA Cup. A “The Hawthorns” è in programma non una gara qualunque, ma il “Black Country Derby”. Siamo nel cuore delle West Midlands. Inghilterra vera, che per anni profumava di quell’odore acre che usciva dalle fabbriche. Dove “il carbone fuoriesce dal terreno”. Luoghi di volti neri, mani distrutte dai calli, sbuffi, sputi, schiene piegate. L’orgoglio della vecchia working-class resta intatto anche nel XXI secolo e le rivalità rimangono una ritualità cui aggrapparsi gelosamente.
Dure, spigolose, che sembrano appassirsi prima di ritornare di prepotenza, come un vulcano spento che erutta all’improvviso. West Bromwich Albion vs Wolverhampton non è una partita come le altre. Infatti, nonostante la differenza di una categoria, i “Baggies” tengono bene il campo. Vanno sotto in contropiede, lottano, ma a dodici dalla fine subiscono il 2-0 di Cunha.
A quel punto, succede quello che in molti temevano. Le tifoserie si scaldano e da uno spicchio dello stadio scendono in campo.
I tumulti sono scoppiati nell’angolo della tribuna di Halfords Lane in cui erano seduti alcuni membri delle famiglie dei giocatori del West Brom. Le due fazioni se le danno di santa ragione sugli spalti e sul prato e, mentre i calciatori rientrano nel tunnel, interviene la polizia. Il bilancio parla di cinque arresti durante la partita, più uno prima. Almeno un tifoso è stato portato fuori in barella, mentre un altro con la testa che colava sangue è stato portato via con le braccia dietro la schiena. Un raccattapalle è stato colpito alla testa da una bottiglia di plastica. Il West Brom si è impegnato a bandire a vita qualsiasi tifoso colpevole degli scontri. “Il club lavorerà con la polizia del West Midlands e la Federcalcio per indagare a fondo sugli incidenti che hanno portato alla sospensione della partita”, si legge in una nota dei biancoblu.
La notizia, ovviamente, ha fatto il giro delle prime pagine e dei siti britannici. Paul McInnes, sul Guardian, si sofferma sul fatto che si trattava “del primo derby del Black Country con tifosi in 12 anni, rovinato dalle violenze nate dopo il 2-0”. Conferma gli arresti, di persone comprese tra i 16 e 58 anni e le indagini di polizia e Football Association. Una cronaca asciutta, mentre The Independent, a firma Lawrence Ostlere, scrive di “scene terrificanti che sono un avvertimento per il calcio”.
Oltre trent’anni sono passati dal pugno duro di Lady Margaret contro gli hooligans inglesi. Heysel, Hillsborough e le risse domenicali sono un ricordo, ma l’attenzione deve restare alta. Anche perché il racconto non lascia spazio a dubbi. “Un uomo calvo aveva il sangue che scorreva da una ferita sulla sommità della testa. I fan sembravano cantare *Lasciatelo morire* mentre veniva scortato via dalla polizia. Un raccattapalle ha avuto bisogno di cure dopo essere stato colpito da un fumogeno. I bambini sono stati portati via dalla violenza, riversati sul campo per trovare sicurezza. I tifosi disabili in fondo alla tribuna ovest sono rimasti coinvolti nella mischia. Alcuni sono stati portati via in barella”.
Il Regno Unito si è risvegliato lo scorso 29 gennaio cercando di fare i conti con il passato. Qualcosa sta tornando senza che ci siamo accorti di nulla o è solo un fuoco di paglia? Stando ai dati, sono sporadici gli episodi capitati negli ultimi anni. Il Football Spectators Act del 1989, e successivamente il Football Disorder Act del 1999, si sono mossi per impedire agli hooligan condannati di assistere alle partite.
Eppure, secondo Ostlere, quelli capitati nel derby di FA Cup di cui sopra sono lo specchio di “profondi fiumi di tribalismo che scorrono da decenni nel Paese”. E spesso la vecchia e cara coppa inglese è il terreno perfetto per regolare i conti. Si scontrano squadre di categorie diverse e quando il sorteggio pesca accoppiamenti come il Black Country Derby, l’atmosfera ribolle nell’aria.
La firma dell’Independent parla di un “Paese dove le debolezze del calcio sono in realtà solo uno specchio di quelle della società – razzismo, sessismo, violenza – e tendono a venire alla ribalta quando il mondo esterno diventa più difficile. La frustrazione trova spesso uno sbocco nel calcio”.Punti di vista, anche se appare più probabile che la matrice degli scontri della scorsa domenica non sia stata politica (o culturale). Semmai una questione tra firm rivali, emblema di un territorio dove le radici operaie sono profonde. Dove tifoserie come quelle dei Wolves e del West Brom, senza dimenticare quelle del Walsall e del Birmingham City, rappresentano l’orgoglio di una terra di gente dalla scorza dura. Eccessi del tifo di un Paese. Citando l’affresco cinematografico di Shane Meadows, “This is England”.
articolo precedentemente uscito nella TIFO REVIEW di Contrasti ULTRA, la newsletter sportiva più scorretta che ci sia. Abbonati per leggere tutte le TIFO REVIEW e ricevere ogni domenica nuove storie sul tifo (e non solo)
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