Lo sport più bello del mondo è in pericolo.
Dall’inizio della stagione a oggi, i tifosi della Cavese hanno potuto seguire la propria squadra in trasferta una sola volta, a Messina. Mettendo per un attimo tra parentesi la rilevanza anche sportiva del provvedimento – perché giocare un intero campionato senza i propri tifosi al seguito è un danno enorme, soprattutto quando parliamo di categorie minori, dove il modesto livello tecnico delle squadre è in gran parte compensato dalla spinta dei propri tifosi, caldissimi –, bisognerebbe interrogarsi una buona volta sulle motivazioni dello stesso.
Quale inenarrabile crimine hanno commesso, i tifosi di Cava dei Tirreni, per meritare un’accoglienza – meglio, una non-accoglienza – di questo tipo? Nessuno, davvero, che non sia l’accensione di qualche fumogeno di tanto in tanto, magari il lancio di un petardo – sempre con l’intenzione di tifare, non certo di ferire chi si trova al di qua del campo –, senz’altro, udite udite, aver scelto di non sottoscrivere, come tifoseria organizzata, la tessera del tifoso. Di non piegarsi quindi ad una concessione istituzionale che molte altre tifoserie hanno sposato di buon grado.
Anche perché, come scriveva Simone Meloni su SportPeople tempo fa, «di certo non possiamo giudicare negativamente chi ha deciso di mantenere determinate posizioni. Alla lunga, il tempo ha dato ragione [ai tifosi della Cavese]: trasferte vietate anche con tessera del tifoso e partite a rischio ormai giocate spesso a porte chiuse». Cerchiamo di spiegare un momento questo punto, perché è decisivo per riflettere sul nostro tema di oggi, quello delle trasferte vietate.
A dirla tutta, come ci ha rivelato proprio Simone Meloni, questo è il punto fondamentale, non uno tra gli altri. E il motivo è presto detto: l’Osservatorio Nazionale, nato come organo consultivo (lo è tutt’oggi, in linea teorica), dovrebbe appunto consigliare le prefetture su eventuali divieti, disposizioni, cautele di ordine pubblico rispetto alle manifestazioni sportive. Non è così, in realtà, perché di fatto oggi l’organo legifera a proprio piacimento, scavalcando il volere dei prefetti e delle società calcistiche – comunque conniventi e ben felici di togliersi dalle scatole questa rottura di coglioni dei tifosi che ah! vogliono pure sostenere la propria squadra in trasferta, ma dimmi te . . .
in copertina, il messaggio della Curva Nord Ancora lo scorso 3 novembre