Elogio dell'umanità e della vita scomoda.
Un tempo erano solo allenatori. E fin lì, sapete, milioni di tecnici al bar, negli uffici, nelle tavole calde erano pure romantici – in fondo è questo il bello del pallone, gioco democratico per eccellenza e l’unica cosa, come insegna Valdano, che i poveri abbiano mai sottratto ai ricchi. Da un po’ di tempo però i tifosi si sono evoluti, specializzandosi ed emancipandosi, da buoni cittadini occidentali impegnati: tifosi quindi non più solo allenatori, ma veri e propri tattici; tifosi ragionieri, esperti di bilancio e di sostenibilità; tifosi architetti e designer, critici degli stadi e delle strutture.
Senza rendersene conto, migliaia se non milioni di utili idioti della narrazione (faziosa) sui nuovi stadi come panacea di tutti i mali; ritornello delle élite che il popolo, talmente progredito da escogitare sempre nuovi modi per farsi fottere, ha accolto acriticamente come se dai nuovi impianti passasse l’esistenza stessa di un club nel nuovo millennio. D’altronde l’ideologia del progresso, assai più invasiva di quelle a fondamento delle dittature e ben più totalitaria, una volta messa in moto parte, accelera e non si può più fermare, se non con un fragoroso schianto.
Ne scrivevamo qui, dei nuovi stadi. Quasi pronunciando ad alta voce una bestemmia, discutendo l’indiscutibile.
Perché in un mondo in cui è scomparsa la critica (tant’è che si dà al termine un significato negativo, quando in realtà significa semplicemente ‘interpretazione’) pensare altrimenti diventa un’operazione quasi velleitaria, sommersa dal si dice che – dai social network ai grandi media – annulla ogni pensiero alternativo. Per questo siamo stati profondamente consolati da uno splendido pezzo pubblicato ieri da Sportpeople, a firma Simone Meloni. L’unico limite? Che un articolo del genere, resoconto di Pisa-Roma ben oltre la mera cronaca, non sia uscito su queste colonne.
Un passaggio fondamentale recita: «Per qualcuno il problema è l’Arena Garibaldi: obsoleta, vecchia, anacronistica. Evidentemente quest’aria di finto benessere, che serpeggia nella nostra società, è riuscita a cancellare anche il fascino che certi impianti hanno da sempre suscitato su chi frequenta abitualmente le gradinate. Se non riuscite a vedere gli schemi della vostra squadra del cuore, a fare perfettamente la disamina tattica o a capire quanto stanno rendendo i giocatori che vi siete comprati al Fantacalcio, vi do un consiglio: . . .
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