Se i tifosi contano meno di uno stadio vuoto.
Si può dar voce ad un dissenso silenzioso? Non ce l’abbiano con noi, i cari ultras: ma davvero nel 2025 basta un comunicato, per giunta poco diffuso o comunque non sempre intercettato dalla stampa generalista – che pure volta il proprio sguardo dall’altra parte –, per denunciare quella che è a tutti gli effetti una violenza commessa nei confronti dei tifosi (anche quelli più passionali e meno organizzati)?
Davvero vogliamo continuare a raccontarci la fiaba secondo cui boicottare una trasferta – in questo caso in Arabia Saudita, pecunia non olet – basti a dare un messaggio forte alle istituzioni? Magari non basta, però gli ultras qualcosa di decisivo lo dicono sempre, e lo dicono comunque. Gli Ultras Atalanta, ad esempio, hanno scritto:
“Inutile ribadire i motivi per cui ci schieriamo senza esitazione contro l’ennesimo prodotto del calcio moderno, inutile sottolineare l’incoerenza di un sistema che in Italia solo quest’anno ci ha imposto restrizioni in 7 trasferte su 10 (Inter compresa) ma in Arabia magicamente ci permetterebbe di assistere a partite con Inter, Juventus o Milan. Mai schiavi del risultato, nemmeno con l’Atalanta prima in classifica. A Riad non ci saremo”.
Tradotto (è un discorso che facciamo da mesi): le restrizioni le mettete solo quando vi fa comodo a voi, altrimenti tana libera tutti.
Al contempo, mentre sul fronte dei poveri disgraziati ultras – ma fate pure semplici tifosi, disposti a seguire ovunque la propria squadra, persino in Arabia Saudita – pende il menefreghismo più totale della stampa, a questo punto connivente con certe scelte istituzionali, la Lega, per mano di uno dei suoi rappresentanti più in mostra come De Siervo, si bea della rinnovata partnership con il Paese dove il calcio interessa a tal punto da riempire 15mila posti – magari pure dietro invito pagato agli spettatori presenti – su 26mila, in una città di milioni di persone, per una sfida non tra due squadre qualunque, ma tra quella Campione d’Italia in carica e quella Campione d’Europa (League): l’Arabia è un paese che “si prepara ai Mondiali (del 2034, ndr) e soprattutto all’Expo, questo è il nuovo centro del Mondo. Qui stanno investendo sul calcio e sui giovani. Oggi lo stadio è completamente pieno, c’è entusiasmo, questo è un paese che guarda all’Italia più che ad altri campionati e siamo qui per coccolarli” . . .