Papelitos
03 Agosto 2025

Simonelli: lontano dall'Italia vacci tu, ti prego!

I geronti del calcio italiano stanno dilaniando un patrimonio culturale e sportivo.

Qualche giorno fa, Ezio Maria Simonelli, fresco presidente della Lega Serie A, ha concesso un’interessante intervista al Corriere della Sera. Interessante qui non significa lungimirante, né illuminante, tutt’altro. A forza di fare i giovani (à la Burns per intenderci), i geronti del nostro calcio, già in grande crisi, rischiano di farlo morire del tutto. Ma l’interesse è proprio questo: capire fino a dove ci si può spingere nell’assurdità di certe dichiarazioni.

Mi sarebbe piaciuto disputare tutta la prima giornata lontano dall’Italia”, le parole più assurde della lunga intervista.

Nelle settimane precedenti, De Laurentis aveva parlato di un calcio italiano in condizioni economiche disperate, tracciando un quadro preciso della situazione. Ed è proprio su questo concetto che il giornalista Daniele Dallera si è rivolto a Simonelli, il quale ha provato a smentire il Presidente del Napoli, incartandosi. “Io non vedo segnali apocalittici: i diritti tv sono stati venduti fino al 2029. Ora bisognerà concentrarci sulla cessione di quelli esteri, dove dobbiamo migliorare. Ecco perché mi sarebbe piaciuto disputare tutta la prima giornata lontano dall’Italia”.

Eccolo, il problema: se è vero che Dazn ha acquistato (grazie alla riforma della legge Melandri) i diritti televisivi fino al 2029, grazie a un bando folle spalmato su ben 8 “pacchetti”, è altrettanto vero che l’incasso dei club sta scendendo sempre di più. Solo per fare un esempio infatti, a fine stagione 2023-2024 i venti club incassavano una cifra vicina ai 930 milioni di euro, contro i 900 attuali. Da anni si sta parlando della possibile creazione di un canale della Lega, eppure in concreto non si è mai realizzato nulla. A prendere la palla al balzo è stata la Ligue 1 francese, che proprio da quest’anno lancerà la sua piattaforma privata: 19,99 € al mese, con uno sconto (14,99 €) per la soluzione annuale e un’offerta di 9,99 € per gli Under 26.

Quello francese è un ottimo tentativo di contrastare la pirateria; quello italiano invece, un ottimo spot per incentivarla.



E a proposito di Under 26, ecco che arriviamo a un’altra fantastica perla di Simonelli: “Vorrei far appassionare i giovani che sono distratti dai social: le partite serali non possono iniziare alle 20:45, fosse per me si dovrebbe giocare alle 20”. Tralasciando il fatto che non esiste alcuna correlazione tra l’interesse della “generazione Z” verso la Serie A e l’orario delle partite, i dati dicono altro: nella stagione 2022-2023 la media di ascolti tv è stata di 4,58 milioni, mentre in quella terminata tre mesi fa si è arrivati a 4,74. E per quanto riguarda la “passione dei tifosi” citata da Simonelli, l’ultimo turno, disputatosi in contemporanea, ci ha ricordato quanto fosse bello guardare una domenica di campionato con tutte le squadre in campo. Eppure, a quanto pare dalle parti di Via Rosellini, dove ha sede il quartier generale della Serie A, nessuno sembrerebbe essersene accorto.


Il calcio italiano farà da apripista per i “campionati fluidi”


Intanto però, a giugno un altro personaggio del calcio italiano, Luigi De Siervo, Amministratore Delegato della Lega di Serie A, annunciava con toni trionfalistici di aver raggiunto l’accordo per disputare Milan-Como, match della 24°giornata, in Australia. A servire l’assist perfetto a chi non vedeva l’ora di “esportare” il calcio italiano all’estero, è stata la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026, che occuperanno lo stadio San Siro. Il consiglio federale della Figc ha ufficializzato il parere positivo all’operazione, che ora attende solo il via libera della Uefa e della Fifa, che con ogni probabilità dovrebbe acconsentire alla richiesta.

È stato lo stesso Simonelli nell’intervista sopra citata a rilanciare il tema a Infantino: interpellato sulla proposta economica da parte degli Stati Uniti per la prima giornata di Serie A, il Presidente ha ipotizzato un “futuro con regole più permissive”. Se nessuno nei prossimi mesi si prenderà la briga di alzare la voce contro questo scempio, limitandosi allo sdegno misto a derisione che sta rimbalzando sui social proprio per l’intervista di Simonelli, nei prossimi anni ci ritroveremo a guardare dei campionati fluidi con la Serie A che si giocherà negli Stati Uniti, la Premier League in Arabia Saudita e la Liga in Giappone.

Questo ovviamente soltanto come antipasto, perché poi, con la scusa di poter aumentare gli introiti e fidelizzare “i più giovani”, in Italia potrebbero scendere in campo le stelle della Premier League, mentre Lazio e Roma disputeranno il derby nelle atmosfere degli stadi inglesi. Tutto questo mentre la maggior parte delle squadre italiano è in mano ai fondi stranieri, gli stadi sono sempre più fatiscenti, Serie B e Serie C sono al collasso. Ma noi pensiamo a giocare la Serie A alle 20, magari negli Stati Uniti (quindi in realtà alle 14): poveri noi.

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