Papelitos
25 Marzo 2025

La Serie A non può vivere senza scommesse

Il calcio italiano in ginocchio dai giganti del betting.

Nel 2024 il gioco d’azzardo in Italia ha prodotto un volume di oltre 160 miliardi di euro. Una cifra monstre, che da anni non accenna a diminuire, anzi, infrange record su record: nell’ultimo anno, ad esempio, le scommesse online sono aumentate del 6,7%, prendendosi il 60% della torta. Se stiamo parlando di questo, però, è perché dove noi vediamo dei numeri capaci di far rabbrividire altri vedono, e fiutano, l’occasione d’oro – o, ad oggi, quella mancata.


Via il decreto dignità


Hanno provato a farlo cancellare in tutti i modi, e non ci sono riusciti; persino l’offensiva sfruttando le difficoltà del Covid non è andata a buon fine. Adesso, però, i venti Presidenti della Lega di Serie A sembrerebbero a un passo dal traguardo. Finalmente (sigh!), il testo che vieta la possibilità di sponsorizzare le società di scommesse sportive all’interno di una partita di calcio verrà cancellato. A lavorare sotto traccia per arrivare a tale successo è stato Claudio Lotito, non solo patron dei biancocelesti, ma anche vicepresidente della Commissione di Bilancio e membro di quella delle Finanze Statali.

Dal 2018 (il Decreto Dignità fu approvato il 12 luglio e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 9 agosto) il mondo del calcio ha iniziato una narrazione di vittimismo estenuante, lanciando ultimata in tutte le salse e arrivando, infine, alla vittoria. Nelle ultime settimane, infatti, la 7ª Commissione permanente del Senato ha approvato l’atto di indirizzo denominato “Prospettive di riforma del calcio”, passando la palla al Governo. Gli unici che si sono opposti, provando ad alzare un polverone sulla questione, sono stati il PD e il Movimento Cinque Stelle (all’epoca autore del testo originale), che si sono visti rispondere a tono da Andrea Abodi, Ministro per lo Sport nell’attuale Governo Meloni:

“Rispetto le posizioni altrui, ma mi indigna sentire che sono asservito a interessi di terzi. Pensiamo al bene comune e dunque vogliamo combattere la ludopatia: in questo senso la pubblicità rappresenta un discrimine e sono convinto anche che sia giusto il diritto alla scommessa”.

Pronunciate da un Ministro (dello Sport e per le politiche giovanili, per giunta) queste parole sembrano un po’ stonare. Anche perché, da bravi italiani, fatta la legge trovato l’inganno. Ed ecco allora che “GoldBet” invece di sparire abbiamo iniziato a vederlo apparire con il nome di “GoldBet.news”; “Eurobet” ha iniziato a proporci “Eurobet.live”, Leovegas il suo “Leovegas.news” e via dicendo. Ma la legge non prevedeva una sanzione pari al 20% del valore del contratto di sponsorizzazione?

Sulla carta, gli attuali brand delle società di scommesse non sono altro che dei semplici sottodomini web, creati ad-hoc per fornire agli utenti news, curiosità e statistiche. Una vera e propria furbata, che alcune società stanno provando a spingere anche un po’ più in là: è ad esempio il caso di Betsson, che con alcuni club partner (in Italia il più famoso è l’Inter, ma ci sono anche realtà del campionato cadetto, come ad esempio il Frosinone) sta provando a “fidelizzare” i tifosi, regalando biglietti gratuiti in cambio di contenuti video da utilizzare sui social.



A vincere il premio più distopico, però, è senza dubbio Dazn: per non farsi mancare nulla, la società di Blavatnik si è dotata anche di una piattaforma dedicata alle scommesse online. Per il momento su Dazn vengono fornite le quote in tempo reale poco prima del calcio d’inizio, ma non ci stupiremmo più di tanto se nel prossimo futuro fosse possibile scommettere direttamente in tempo reale dalla tv.

Come se non bastasse, a rincarare la dose di assurdità ci ha pensato il nuovo Presidente della Lega di Serie A Ezio Simonelli il quale, intervistato dall’Espresso, si è lasciato andare a una dichiarazione dai toni surreali. Secondo lui infatti, “il Decreto Dignità ha soltanto fatto crescere le scommesse clandestine”. Insomma, stanno facendo di tutto per buttare fango su questa legge, pur di ottenere i soldi delle agenzie. Ma al calcio italiano servono così disperatamente queste entrate?

Sicuramente sì, ma l’obiettivo potrebbe anche essere un altro: come dichiarato dagli stessi Abodi e Simonelli infatti, la Serie A sta mirando ad ottenere anche una percentuale del giocato. Il ministro aveva ventilato l’ipotesi già un anno fa, il presidente di A l’ha riproposta ultimamente affermando: “Mi sembra anche giusto destinare una quota di questi ricavi alla Lega”. E se il diabolico piano dovesse andare in porto, allora sì che i club e la Lega proveranno a infilare le scommesse in ogni dove. Con buona pace di chi, per colpa di questa subdola malattia, sta buttando via la sua esistenza: settimana dopo settimana, giorno dopo giorno, partita dopo partita.

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