Ad Enschede la storia si è ripetuta.
Qualcuno diceva che la storia ama ripetersi come farsa, dopo essere stata tragedia. Poche tifoserie al mondo, come quella laziale, sanno perfettamente a cosa si riferisce Carlo Marx con questa massima. Era il 28 novembre del 2013, infatti, quando centinaia di tifosi al seguito della squadra in Europa (League anche in quel caso) venivano arrestati dalla polizia polacca a Varsavia senza un apparente motivo. Alcuni di loro rimarranno per giorni dentro le celle di una prigione che li aveva condannati senza appello.
La tragedia, parafrasando Marx, si sarebbe ripetuta pochi giorni fa, fortunatamente nelle modalità della farsa, quindi senza la detenzione in carcere – questa volta si è passati direttamente agli alberghi di Enschede. Anche qui, come allora, l’unico crimine dei tifosi della Lazio è consistito, pare, nel tifare la squadra dai colori bianco e celesti. Ora, è senz’altro vero che all’estero i laziali non hanno fama di agnellini. Ma da qui a bloccare un’intera tifoseria – peggio, cittadini rei di essere italiani: questa l’assurda motivazione data dalla polizia olandese – con tanto di giornalisti e media al seguito, dentro un piccolo angolo di una minuscola città, ce ne passa.
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Nel merito la polizia, sotto ordinanza del sindaco, ha vietato ai tifosi di andare in strada: chi voleva cenare ha dovuto ordinare, non importava insomma chi fossi o perché ti trovassi in Olanda. Gli italiani sono stati sequestrati. «Noi giornalisti de Lalaziosiamonoi.it, insieme ad altri colleghi presenti a Enschede per lavoro, siamo stati costretti a insistere (circa 20 minuti) e a mostrare il nostro tesserino per essere liberati. Gli agenti ci hanno trattato con assoluta sufficienza: solo dopo numerose spiegazioni e dopo aver preteso di interpellare i loro superiori siamo riusciti a ottenere il via libera.
Nel 2024 non saper gestire un evento sportivo come l’Europa League è gravissimo. E oggi, in questo paese del Nord Europa, si è consumato un atto assolutamente inconcepibile. Sotto il cappello dell’atto ‘preventivo’, persone libere sono state private della loro libertà. Cosa sarebbe successo con una famiglia italiana capitata qui con bambini? Nessuna distinzione, nessuna eccezione. C’è la Lazio? Restate in hotel! È una vergogna».
Già ad Amburgo, dove i tifosi avevano seguito la squadra all’esordio nella competizione contro la Dinamo Kiev (campo neutro), i tifosi della Lazio erano stati trattati come animali, e la Nord aveva risposto con uno striscione inequivocabile (foto a questo articolo) nel match casalingo contro il Nizza per la seconda giornata della Coppa. Risultato: curva chiusa per un turno con la condizionale per razzismo (?), lo stesso che invece si è sentito, e bene, ad Enschede, contro il povero Loum Tchaouna, che ha denunciato – per ora, pare, senza successo di risposta dell’UEFA – agli arbitri ciò che tutti hanno chiaramente avvertito anche dalla televisione.
Una giornata iniziata male dunque e finita peggio, per la Lazio, almeno dal punto di vista del trattamento riservato ai biancocelesti, calciatori e tifosi. Su questi ultimi, in seguito all’assordante silenzio di una stampa sempre pronta a denunciare ma mai a difendere, è intervenuto Marco Baroni, che a Sky Sport ha dedicato la vittoria proprio ai tifosi: “I nostri tifosi ieri sera sono stati fermati in albergo, la società si è mossa per sbloccare la situazione. La prestazione della squadra la regaliamo anche ai tifosi che hanno subito questo disagio“.