Altri Sport
19 Maggio 2025

A Imola emerge il più forte

Un circuito che incorona i Piloti.

Partiamo dall’evidenza: Verstappen si conferma il più forte fra tutti i piloti, un fuoriclasse assoluto. Nel sorpasso alla prima staccata dopo una partenza difficile, all’esterno al Tamburello, lì dove la statua e lo spirito di Ayrton Senna assistono silenziosi alla Formula 1, prendendo di sorpresa Piastri impegnato a difendersi da Russell, c’è tutto lo splendore del talento e della forza mentale. Una manovra potente, decisiva, che gli ha permesso di sprigionare tutto il potenziale e il passo gara della sua Red Bull con aria libera.

“La partenza non è stata particolarmente brillante, ma ero sulla traiettoria esterna – quella giusta – e lì mi sono infilato, ci ho provato. Ha funzionato!”.

Come a Suzuka, Jeddah, Miami, l’olandese continua a essere determinante, a essere l’uomo sopra la macchina. Grande risultato anche per la Red Bull, il team che festeggia il suo 400esimo GP in Formula 1 ma soprattutto diventa la Scuderia più vincente del 21esimo secolo, superando la Ferrari. In un circuito dove il pilota conta davvero tanto, poi, l’audacia di Max viene premiata anche dalla fortuna del tempismo della prima Virtual Safety Car che gli permette di fare un pit stop perfetto nella sua strategia.



Per il resto domina le McLaren che non riescono mai ad impensierirlo, anzi, scappa facilmente e riesce a fare sua un’altra vittoria, la quarta consecutiva a Imola. Emerge il solito Piastri, che esce deluso soprattutto da una strategia che non gli permette di tenere dietro il compagno, e l’ottima gara delle Ferrari, che nel passo gara recuperano la figuraccia delle qualifiche. Mai una Ferrari era rimasta fuori dalla top10 della griglia di partenza. Norris è aiutato dalla strategia durante l’ultima safety, con la squadra che lo rimette in pista con gomma nuova e si prende il secondo posto nel podio ai danni di Piastri.

Il circuito del Santerno si conferma un elemento importantissimo della Formula 1 moderna: sono gli autodromi storici, quelli difficili, disegnati dal terreno e dalla storia, che offrono gare di altissimo livello e permettono, con le scuderie molto equilibrate nelle performance, ai piloti più forti di fare la differenza. Lì dove le curve sono cieche, sinuose e difficili da raccordare, lì dove un dosso e un muretto possono far perdere la concentrazione in ogni istante, lì dove anche i piloti più esperti hanno timore, lì è dove la F1 celebra la sua bellezza.

Se a Miami si è visto uno spettacolo freddo, con tutta l’americanaggine dei “nuovi circuiti”, in Italia si torna a godere.

Della fotografia del pubblico, della sfida in circuito, dei piloti messi alla prova, del suono delle monoposto. 242 mila spettatori paganti, l’invasione di pista finale, una grande festa, la potenza della tradizione. E pazienza per il traffico congestionato per le vie del paese. C’è chi si lamenta che non si sorpassa più molto, che questi vecchi circuiti non sono adeguati a queste nuove vetture. È vero il contrario, forse, sono le vetture che dovrebbero tornare ad essere più piccole e leggere, non i circuiti a diventare delle autostrade.



L’aspetto sportivo più importante emerso a Imola è che le McLaren continuano ad essere le monoposto da battere. Il team è solido con entrambi i piloti e la differenza sugli altri è al momento troppo grande da ricucire. Solo Verstappen sta tenendo in piedi questo campionato piloti. Ferrari continua ad essere incomprensibile, in primis per i piloti, e questo è il tema centrale. Due piloti del calibro di Charles Leclerc e Lewis Hamilton non riescono a comprendere i comportamenti altalenanti della SF-25, che da un giorno all’altro e da una finestra di utilizzo all’altra diventa imprevedibile.

Il monegasco è amareggiato sia in qualifica che in gara, continua la sua predestinazione a soffrire e quasi si lascia andare ad un pianto di rabbia a fine gara. L’inglese porta a casa la medaglia di legno partendo dodicesimo e sfrutta al meglio la strategia e le incognite offerte dalla gara. L’ottima gara di entrambi, specialmente Hamilton, con il suo passo e il podio lontano soli 1,4 secondi sotto la bandiera a scacchi, salva il weekend Ferrari partito male e proseguito peggio con una sessione di qualifica imbarazzante.

“È stata una delle più belle gare della mia vita. Oggi io e la SF-25 eravamo in sintonia”, dice Lewis davanti ai suoi nuovi tifosi.

Certo è che il Cavallino resta senza bussola e in campionato inizia a soffrire. Ritiro amaro per il bolognesen Kimi Antonelli, il rookie d’oro. Andrea non riesce ad esprimersi in qualifica e arranca con una Mercedes non all’altezza con il passo gara. Lasciamo crescere questo ragazzo in pace, forse impegnato in una eccessiva mole di lavoro collaterale, mediatico, extra pista, che non aiuta un talento che deve aver tempo e modo di crescere senza troppa pressione e aspettative. Lui e le Ferrari potranno però rifarsi già a brevissimo nel Gran Premio di Montecarlo: il più prestigioso del mondo.


Immagine di copertina Formula 1 via X


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