Cosa c'è dietro al mancato trasferimento di Rogerio allo Spartak Mosca.
Perché il Sassuolo ha spedito al mittente l’offerta dello Spartak Mosca per Rogerio (8 milioni di €)? La risposta che gran parte delle testate online hanno dato è delle più semplici: si tratterebbe di una questione etica. Una terminologia evidentemente abusata, vaga, la cui ampiezza di significato aiuta e non poco la retorica sul ‘nemico’ russo – tanto in voga in questi giorni. Eppure qui occorre almeno una specifica. Tanto per iniziare, i giornali italiani hanno fatto leva (quasi unicamente) sulle dichiarazioni di Carnevali, ad del Sassuolo, per giustificare questo tipo di lettura. Quest’ultimo ha detto infatti che “la trattativa è stata fatta dal suo (di Rogerio, ndr) procuratore, c’è stata una proposta davvero molto importante pari a 8 milioni di euro e considerando tutto abbiamo deciso di non procedere come proprietà e dirigenza. Motivi etici: non abbiamo voluto trattare coi russi”.
Stando però alle parole di Vinicius Prattes, procuratore appunto di Rogerio (che andrà in scadenza nel 2024 e non rinnoverà coi neroverdi), la versione dei fatti suona sensibilmente diversa:
“la trattativa è iniziata due settimane fa. Trovata l’intesa con lo Spartak Mosca, il Gruppo Mapei ci ha comunicato dopo quindici giorni che non avrebbe accettato di trattare con i russi. Dovevano avvertire subito: è stata una mancanza di rispetto“.
In effetti di etica, morale, buoni costumi, si riempie la bocca chi è abituato ad avere piuma nella mano destra e coltello in quella sinistra. Non è il caso di Mapei o del Sassuolo, però, che sono sempre stati molto coerenti a livello di operato e scelte di mercato. Dunque da entrambe le parti abbiamo a che fare con un rifiuto, senz’altro legato a ragioni etiche – anche se da come ha parlato il procuratore di Rogerio, non sono da escludere quelle economiche. Il punto è evidentemente un altro.
Poco fa abbiamo parlato della coerenza ‘etica’ del Sassuolo, in campo e fuori dal campo (ne è piena la propaganda neroverde, basta dare un’occhiata ai social), che ha rifiutato i soldi per Rogerio in quanto come tante altre aziende italiane ha scelto di non avere più rapporti economici con la Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Ma siamo sicuri che nei fatti Mapei abbia davvero interrotto i rapporti con la Russia? Di questo non si hanno notizie. Né in rete, né sui giornali, né sulla sezione ‘news’ del sito ufficiale dell’azienda proprietaria del Sassuolo.
Peggio: spinti dalla curiosità giornalistica, abbiamo cercato se tra le sedi internazionali della Mapei fosse ancora presente quella in terra russa. Non ce ne è solo una: ce ne sono addirittura cinque (5) di sedi ancora attive nella nazione guidata da Vladimir Putin. Per quanto ci riguarda, il problema ancora una volta non sta nel fatto, ma nelle dichiarazioni e negli intenti, meglio nella presentazione in pompa magna degli stessi. Magari è vero che Mapei non voglia avere rapporti con la Russia, ma allora come spiegare un radicamento così forte sul suolo russo della stessa azienda (che è presente anche in Ucraina)? In attesa che Mapei modifichi quella sezione del proprio sito web – ammesso che se ne sia dimenticato: sarebbe altrettanto grave – ridiamo dell’ennesima manifestazione dell’ipocrisia occidentale.