Tifo
01 Ottobre 2024

Cavese-Monopoli, per chi resiste (davvero!)

Reportage, con foto e video esclusivi, da un match carico di storia del tifo italiano.

Lo stadio Simonetta Lamberti è gremito e in tripudio d’attesa per un caldo match. In campo Cavese e Monopoli, incontro contraddistinto da una rivalità di lunga data, classica per l’asse campano/pugliese e resa ancor più sentita dal vecchio gemellaggio tra gli ultras monopolitani e quelli della Salernitana, arci rivali dei metelliani.

Un’amicizia durata oltre trent’anni e svanita da qualche tempo in virtù del “neonato” rapporto tra i biancoverdi e alcune sigle del tifo organizzato partenopeo.

Dal 1919 la Cavese ha l’onore e l’onore di rappresentare un popolo, che per essa soffre, gioisce e presenzia negli stadi grazie alla sua fede incrollabile. Nel panorama delle curve i blufoncé vantano uno dei seguiti più appassionati della Campania, malgrado dopo i gloriosi anni ottanta – caratterizzarti da un’assidua presenza in Serie B e dalla presenza di nomi importanti del calcio italiano tra le fila degli aquilotti – la squadra ha spesso faticato incredibilmente, trovandosi impantanata in anonimi campionati di C, se non addirittura nelle sabbie mobili della Serie D. Categoria da cui sono riusciti a risalire nel professionismo soltanto lo scorso anno. Una promozione sicuramente meritata e bramata dalla sua tifoseria, come detto sempre pronta a dare spettacolo vibrante in fatto di passione, presenze e creatività.



Dall’altra parte della barricata c’è un altro club storico del calcio meridionale. Quel Monopoli fondato nel 1966, che ha collezionato svariate presenze in Serie C, sfiorando a più riprese la cadetteria a cavallo tra gli anni ottanta e novanta. A sostenere le sorti del gabbiano c’è da sempre una tifoseria che nella sua regione ha fatto storia, potendo vantare radici lontane e gruppi che hanno senza dubbio scritto pagine importanti nella loro curva e non solo. Malgrado negli ultimi anni la Nord adriatica abbia dovuto fare i conti con diverse divisioni, nelle ultime stagioni tutte le componenti sono tornate insieme, schierandosi al Veneziani dietro un unico striscione con il nome della città e ricompattandosi anche in trasferta, ognuno con la sua pezza.

Per quanto concerne la sfida del Lamberti, i monopolitani si rendono protagonisti di un’importante prestazione canora facendo spiccare elementi base del tifo come torce, tamburi, cori e battimani. Il tutto con una costanza che più volte li fa sentire da tutto lo stadio, malgrado l’inferiorità numerica.

Sul nostro canale YouTube, trovi anche il video-tifo dei tifosi del Monopoli

Se il settore ospiti si mette in mostra con una performance di livello, di certo non si può dir meno per la Curva Sud Catello Mari. Già prima del fischio d’inizio i blufoncé sventolano bandiere e scaldano i motori con battimani e cori per incitare la squadra, proseguendo questo spettacolo durante tutti i novanta minuti.

Ciò che rende gli ultras della Cavese unici nel loro genere, è l’attenzione ai dettagli, quasi maniacale, e una fantasia sempre attiva e pronta a creare il coro nuovo o il materiale più originale. Inoltre, evidenziando la loro costante attenzione a questioni che spesso vanno oltre il pallone, durante il match viene esposto uno striscione in memoria di Denis Bergamini, giocatore del Cosenza morto nel 1989. Una storia torbida e contorta, in cui anche l’attenzione del mondo ultras è stata fondamentale per non veder insabbiata la verità. Striscione iniziale anche per Totò Schillaci, morto pochi giorni prima e ricordato da un rispettoso minuto di silenzio.



E ancora, parlando di temi cari agli ultras, non manca una menzione, da parte dei supporter metelliani, sulla questione limitazioni per l’accesso negli stadi e divieti di trasferta, come quello loro imposto in vista della partita da disputare al San Nicola di Bari contro l’Altamura.

Un tema purtroppo più attuale che mai, che sempre meno basa le motivazioni su rivalità storiche o ordine pubblico, e che anzi molto spesso nasconde le ragioni nelle condizioni poco sicure degli impianti sportivi. Questo fa ricadere la “colpa” (in modo discriminatorio) sulla residenza di comuni cittadini e punisce i tifosi, coloro i quali sono i primi veri supporter dei propri colori, a prescindere dall’età e dal genere.

Mi chiedo se a lungo andare questo aspetto non contribuisca a peggiorare la situazione, cambiando decisamente gli umori nonché la grande bellezza delle tifoserie nel calcio, cosa che davvero non mi auguro!


Tutte le foto e i video sono di Imma Borrelli

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