La vicenda Okereke apre uno squarcio sul trasferimento di giovani calciatori africani, tra la mancata collaborazione delle federazioni extraeuropee e le inadempienze dei tornei giovanili.
Nella settimane precedenti vi abbiamo raccontato dell‘indagine condotta dalla Procura di La Spezia, che ha visto indagati Luigi Micheli (A.D.) e Stefano Chisoli (presidente della società sportiva Spezia Calcio), interdetti per un anno dalle loro attività sportive. In questa vicenda sono state coinvolte, oltre ai dirigenti dello Spezia, altre 15 persone tra cui il presidente del Valdivara Cinque Terre, squadra di eccellenza ligure, tutti accusati di violazione delle disposizioni in materia di immigrazione clandestina.
In attesa degli sviluppi sull’attività investigativa, che sembrerebbe aver messo in luce una macchina finalizzata a portare in Italia i minorenni nigeriani provenienti dall‘Abuja Football Academy, la Giustizia Sportiva ha respinto però il ricorso presentato dal Benevento e dal Livorno Calcio, che contestavano il risultato ottenuto contro lo Spezia per il presunto tesseramento irregolare di David Chidozie Okereke, attaccante nigeriano autore di una buona stagione presso il club ligure.
Ma perché, sostanzialmente, il ricorso non è stato accolto? Ebbene la Procura Federale ha sostenuto di non poter considerar irregolare il tesseramento del calciatore in quanto: “risulta che il calciatore OKEREKE Chidozie David è stato tesserato con la U.S. LAVAGNESE 1919 a decorrere dal 3 settembre 2015, presentando la documentazione richiesta per tale tesseramento dalle disposizioni federali. La richiesta dell’Ufficio Tesseramento alla Federazione nigeriana circa il pregresso tesseramento del calciatore per quella associazione, inoltrata il 3 settembre 2015, è rimasta priva di esito”. In sostanza nei campionati dilettantistici si può aggregare un calciatore straniero solo se è al suo primo tesseramento, e gli uffici della Figc, complici le mancate risposte della Federazione nigeriana, hanno accolto la buona fede della Lavagnese, che nel 2015 aveva dichiarato che il calciatore non fosse mai stato tesserato nel Paese d’origine.
La sentenza mette in luce la poca collaborazione della federcalcio nigeriana, alla quale si aggiunge l’impossibilità di poter accertare se vi sia stato un tesseramento in Nigeria presso l’Abuja Football Academy in quanto “non risultano atti a comprova del pregresso tesseramento del calciatore OKEREKE per la partecipazione con l’Abuja Football College al Torneo “Kvarnerska rivijera 2014” , torneo giovanile organizzato dalla HNK Rijeka (società presieduta da Damir Miskovic, socio in affari di Volpi, presidente dello Spezia, che anche qui detiene circa il 70% del pacchetto azionario). Insomma se da un lato la Federazione nigeriana, interpellata nel 2015, non ha mai risposto, dall’altro non vi è una prova tangibile della partecipazione di Okereke al torneo giovanile croato, in quanto, presumibilmente i dati di quel torneo sono andati distrutti. Insomma David Chidozie Okereke è stato tesserato dalla Lavagnese regolarmente, evidenziando un’enorme capacità degli scout della società ligure nel veder in quel giovane calciatore con due presenze ed un goal in Serie D in appena 165 minuti giocati, enormi potenzialità di crescita.
Quella dei trasferimenti sospetti di minorenni extracomunitari, comunque, è una stortura ricorrente del calcio italiano, su cui solo in determinati casi si accendono i riflettori: la storia di Okereke ricorda infatti la disputa e il ricorso della Rivarolese 1919 nei confronti del Valdivara 5 Terre, società finita sotto la lente d’ingrandimento della Procura di La Spezia. Nel 2017 la Rivarolese, militante nel campionato di Eccellenza ligure, presentò un ricorso in merito alla gara contro il Valdivara 5 Terre (terminata 1-1), contestando il tesseramento di tre calciatori nigeriani: EJALONIBU Abiola Bankole, IROANYA Chukwuemeka ed OLONISAKIN Taiwo Hamid. La società di Rivarolo Ligure affermava che i tre avessero partecipato alle ultime due edizioni della “Viareggio Cup” nelle fila dell’Abuja Football College, disputando tre partite del torneo. La prova cartacea delle distinte di gara, infatti, avrebbe potuto accertare l’utilizzo dei tre calciatori dall’Abuja Football Academy, e quindi fungere da prova tangibile di un primo tesseramento all’estero, che non avrebbe consentito il loro trasferimento in Italia.
Dopo un tira e molla giudiziario chein un primo momento ha visto dar ragione alla Rivarolese, annullando quindi il tesseramento dei tre calciatori, al terzo grado di giudizio la sentenza è stata ribaltata a favore del Valdivara 5 Terre in quanto la documentazione del Torneo di Viareggio, con cui era possibile attestare la partecipazione dei tre calciatori, era andata distrutta, come affermato dal Presidente del torneo Alessandro Palagi.
Insomma il tesseramento di giovani calciatori extracomunitari rimane spesso indecifrabile, e difficile risulta accedere ai documenti ufficiali nei Paesi d’origine, come evidenziato dalla sentenza sul caso Okereke. Stesso discorso per i tornei giovanili, i quali dovrebbero conservare le distinte delle singole gare per un lasso di tempo considerevole, in modo tale da permettere il rintracciamento dei giovani calciatori. Questa però è la teoria, che viene puntualmente schiacciata dalla pratica e dagli interessi particolari. I vertici del calcio mondiale e italiano stanno provando a impegnarsi negli ultimi anni – ad esempio con il FIFA Transfer Matching, creato per facilitare lo scambio di dati tra le diverse federazioni nazionali – ma è necessario un ulteriore cambio di passo che sradichi e disincentivi una vera e propria pratica di importazione, ben più appetibile per costi e possibilità dell’alternativa: lavorare sulle strutture e sui giovani dei vivai nazionali.