Altri Sport
02 Marzo 2023

Marco Odermatt, il genio dello sci diventato re

Lo sciatore più talentuoso della sua generazione ha conquistato il titolo di campione del mondo.

Quando Kilde taglia il traguardo con un ritardo di 48 centesimi, Odermatt scatta dal sedile foderato di pelliccia bianca su cui si siede il leader momentaneo della classifica. Ormai ha esaurito l’adrenalina che aveva al suo arrivo. Aveva urlato rabbiosamente: una, due, tre, quattro, cinque, sei volte. “Non mi ero mai sentito così”, dirà più tardi. Adesso Marco Odermatt è tornato il tipo tranquillo di sempre e si limita a strozzare uno “Yeah” prima di abbracciare il suo allenatore. Kilde sorride amaramente; con la sua mano guantata indica lo svizzero, come a riconoscergli l’impresa. I tredicimila spettatori all’arrivo – con le loro bandiere, i loro campanacci, i loro corni – rumoreggiano per i due campioni. La regia torna ad inquadrare Odermatt. Si è seduto di nuovo. Ha gli occhi ancora lucidi e arrossati. Li strizza, chiude i pugni davanti al suo volto, si lascia andare ad un respiro profondo e poi ad un sorriso tenerissimo.

La reazione così insolita che aveva avuto al suo arrivo è motivata. Fino a quel momento Odermatt (che è uno sciatore tecnico, specialista in gigante e super-G, ma comunque forte anche nella più veloce delle discipline) non soltanto non aveva mai vinto una gara di discesa libera tra Mondiali, Olimpiadi e Coppa del Mondo, ma non aveva mai conquistato neanche una medaglia nelle diverse specialità che si disputano ai Mondiali. Nelle otto gare a cui aveva partecipato soltanto in due occasioni era andato oltre la decima posizione: un buon quarto posto nella discesa libera di Cortina d’Ampezzo nel 2021 e un deludente quarto posto in super-G (dove in qualità di leader della classifica di Coppa del Mondo di specialità era il favorito per la vittoria) appena tre giorni prima della medaglia d’oro.

Il genio dello sci

Molti grandi atleti del passato non hanno mai conquistato un titolo mondiale. Per loro è stata fatale l’imprevedibilità di una competizione che si organizza ogni due anni e che prevede una gara secca per ogni disciplina. Un errore, una giornata no, un infortunio, una forma fisica non ottimale o altri elementi aleatori come il vento, la condizione della neve e la visibilità possono condannare anche i più grandi a un insuccesso. Fino a quel momento i Mondiali non avevano mai sorriso neanche ad Odermatt, lo sciatore più talentuoso al mondo. Il francese Johan Clarey, argento olimpico nel 2022 a Pechino, ha detto: “Nel nostro sport ci sono state delle macchine, ma lui è un genio”. Lo ha definito “il Roger Federer dello sci”, e in effetti i due svizzeri hanno in comune la stessa eleganza, la stessa capacità di far sembrare semplici le cose complicate, la stessa pulizia tecnica e la stessa umiltà.


A proposito di grandi campioni: Marcel Hirscher è uno di loro


Anche per quanto riguarda i risultati sportivi Odermatt non fa apparire eccessivamente azzardato il paragone fatto da Clarey. Oltre ai due ori ai Mondiali appena terminati, lo svizzero classe ‘97 ha già vinto sette medaglie ai Mondiali Juniores (nel 2018 a Davos ne vinse addirittura cinque d’oro), una Coppa del Mondo di slalom gigante, un oro alle Olimpiadi di Pechino e una classifica generale di Coppa del Mondo. In totale per lui sono 44 i podi in Coppa del Mondo, 15 dei quali arrivati soltanto in questa stagione.

L’oro in discesa libera e la rivalità con Kilde

L’Eclipse di Courchevel, la pista costruita appositamente per questi Mondiali, è lunga più di tre chilometri. Quaranta porte, 945 metri di dislivello. Si possono toccare punte di 130 chilometri orari. Il primo a partire è Florian Schieder. Nonostante l’italiano commetta alcune imperfezioni, gli otto atleti che lo seguono non riescono ad essere più veloci di lui. Con il pettorale numero dieci scende però Marco Odermatt, che a fine gara dirà: “È una giornata folle, una settimana folle. Dopo un super-G deludente gli ultimi giorni non sono stati semplici. Ma avevo ancora delle occasioni. Oggi mi sono giocato il tutto per tutto perché sapevo che per battere gli altri dovevo fare la gara perfetta”.

Nel primo settore in realtà Odermatt perde 15 centesimi su Schieder. Quando esce dai 53 metri del “Saut des Jockeys”, inizia però a spingere dannatamente. È sempre pulitissimo, le linee che traccia sono perfette. Taglia il traguardo con vantaggio di un secondo e nove centesimi sul precedente leader della classifica. Aleksander Aamodt Kilde, vincitore di cinque gare di discesa libera soltanto in questa stagione, parte con il dorsale numero 15. Nel primo settore va subito a luce verde. All’entrata del lungo tratto ombreggiato, come già successo a molti atleti che lo hanno preceduto, perde precisione e spreca i due decimi di vantaggio che aveva inizialmente accumulato. Arriva in fondo con 48 centesimi di ritardo da Odermatt. Kilde lo definisce “un atleta eccezionale” e ne elogia “la forza mentale”.

“La sfida Odermatt-Kilde continua ancora ed oggi ne è stata la dimostrazione. Lui ha sciato in maniera semplicemente incredibile. Veramente, veramente stupendo. È stato divertente vederlo sciare oggi”, ha detto Kilde a fine gara. Ha poi aggiunto: “È una sfida divertente. È divertente perché siamo persone umili, cerchiamo entrambi di fare le cose per bene. Confrontarsi con Odermatt è sempre una gioia. Non c’è nient’altro che mi faccia più felice. È una cosa bella”. Il tratto distintivo della rivalità tra Odermatt e Kilde è proprio la stima e il rispetto reciproco. Già in passato Kilde aveva detto di Odermatt: “È un grandissimo, incredibile sciatore ed è anche un grandissimo, incredibile uomo. È sempre sorridente e rispettoso. Lo adoro”.

Tifosi svizzeri in estasi per il “Roger Federer dello sci”

Anche Kilde prima di questa edizione non aveva mai vinto una medaglia nelle dodici gare che aveva disputato in tre diversi Mondiali: quello della discesa libera di Courchevel è per lui il secondo argento dopo quello vinto qualche giorno prima in super-G (in quell’occasione era arrivato con un solo centesimo di ritardo dal canadese James Crawford). Vincitore della classifica generale di Coppa del Mondo nel 2020, in quella attuale Kilde si trova però a più di 300 punti di distanza da Odermatt. Lo svizzero ha infatti dalla sua una maggiore tecnica che gli permette di essere competitivo anche in gigante, mentre Kilde si gioca tutto sulle discipline più veloci, discesa libera e super-G.

Dopo la vittoria di Odermatt a Courchevel potrebbe però essersi aperta una nuova fase della rivalità tra i due. Mentre negli ultimi anni è sempre stato Kilde a strappare ad Odermatt qualche vittoria in super-G, ora la situazione potrebbe rovesciarsi. Se riuscisse a convertire in primi posti alcuni dei suoi frequentissimi secondi posti in discesa libera (ben sette nelle ultime due stagioni), Odermatt potrebbe diventare anche il miglior discesista al mondo. Ma è un discorso da rinviare alla prossima stagione: al momento Kilde è saldamente al primo posto della classifica di specialità in Coppa del Mondo.

L’oro nello slalom gigante

Sono passati cinque giorni dalla discesa libera. Sull’Eclipse la partenza è posta a 1734 metri di altitudine; sono 454 invece quelli di dislivello. Nella prima manche Odermatt, che nelle ultime due stagioni ha vinto nove gare di slalom gigante su tredici ed è sempre finito sul podio nelle altre quattro, veste il pettorale numero uno. Lo svizzero non è precisissimo, soprattutto nella parte intermedia. Kilde esce dopo poche porte. Con 58 centesimi di vantaggio su Odermatt, Marco Schwarz è momentaneamente primo.

Mentre il tracciato della prima manche era stato disegnato proprio dall’allenatore dell’austriaco, quello della seconda è invece deciso dall’allenatore della Nazionale svizzera. La neve è compattissima. La pista, con il suo tratto finale interamente all’ombra, è coperta da insidiose lastre di ghiaccio. Poco prima di Odermatt e di Schwarz, scende lo svizzero Loïc Meillard, che si prende il primo posto momentaneo con il miglior tempo di manche. Adesso mancano soltanto tre atleti. Lo sloveno Žan Kranjec scivola al quarto posto. È il turno di Odermatt, che parte con 55 centesimi di vantaggio sul connazionale e sa che per una medaglia non è necessario correre la manche perfetta.

La discesa del principe diventato re

Perde infatti 12 centesimi nel primo settore, 10 nel secondo. Nel terzo rischia di cadere ma rimane miracolosamente in piedi. Non solo non perde velocità: guadagna pure un centesimo. E con il secondo tempo nel tratto finale conserva un vantaggio di 32 centesimi su Meillard. Questa volta il suo atteggiamento è contrario a quello che aveva avuto cinque giorni prima, all’arrivo della discesa libera. Odermatt ha ritrovato la sua pacatezza. Sorride e saluta il pubblico. Sa di non aver fatto nulla di speciale. Nulla di speciale per uno come lui: perché l’unico che può negargli il suo secondo oro mondiale in cinque giorni è Marco Schwarz, che però perderà il suo vantaggio facendo registrare negli ultimi due settori rispettivamente il 19esimo e il 22esimo tempo. Per Odermatt è “un’altra giornata perfetta”. Un’altra giornata tranquilla.

Il gigante di Coppa del Mondo e la rivincita di Marco Schwarz

Intanto sabato scorso è ricominciata la Coppa del Mondo. La gara di slalom gigante di Palisades Tahoe sembra la copia in negativo di quella di Courchevel. Questa volta è Marco Schwarz a scalare posizioni e a mettersi momentaneamente al primo posto in classifica. Questa volta è Marco Odermatt a scendere per ultimo nella seconda manche e a pasticciare clamorosamente. Per ben due volte lo svizzero finisce su uno sci solo: al traguardo sono tre miseri centesimi a dividerlo da Schwarz, alla sua prima vittoria di uno slalom gigante in carriera. Odermatt alza le spalle. Sembra dire: “Non ho vinto questa? Pazienza, vincerò la prossima”.

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