San Siro ridotto ad experience per (più o meno) appassionati.
17 agosto 2025. Mentre in un San Siro gremito per la sfida di Coppa Italia contro il Bari, circa 70mila persone, molte in cerca dell’esperienza tra magliette del Real Madrid, PSG, Ajax, Napoli (!) e corsi di cucina nei maxischermi dello stadio, si sentivano solo i 3mila tifosi biancorossi (a cui auguriamo di liberarsi presto dalla morsa venefica della multiproprietà), la Curva Sud Milano annunciava l’impossibilità di sostenere la squadra nella stagione a venire. Questo accadeva dopo le notifiche di interdizione dallo stadio per molti ultras, anche per volti storici della curva rossonera e loro congiunti. La famigerata black-list di cui si parla tanto in questi giorni.
Questa la lettera arrivata al celebre ‘Barone’ con le motivazioni del bando al Secondo Anello Blu
Eppure, non sono stati solo i volti di spicco o le personalità più discusse dei Banditi a venire allontanati dalla curva, ma «in questa lista nera, oltre ai vocalist, ai ragazzi che preparano coreografie, che suonano i tamburi, oltre ai vari responsabili dei gruppi, sono stati inseriti i loro figli, le loro mogli e tanti altri ragazzi incensurati, solo per aver espresso una propria opinione lecita e aver contestato la società a Casa Milan, durante manifestazioni pacifiche e regolarmente autorizzate» (estratto dal comunicato dei Banditi).
Lo stesso poi, black-list e stop agli abbonamenti nel Secondo Anello Verde, è capitato alla Nord interista, che nella giornata di ieri ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui annuncia ufficialmente la linea: «Da oggi, i gruppi organizzati della Curva Nord rimarranno fuori dal Meazza fino a data da destinarsi» . Insomma, a Milano si sta giocando una partita decisiva che non riguarda solo le due curve e neppure unicamente il movimento ultras, bensì tutto il mondo del tifo italiano. Questa vicenda, infatti, racconta e rappresenta molto di più del singolo caso. E per tante ragioni . . .
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