Tifo
14 Agosto 2024

Casuals, ep. III: London calling

Dopo gli Skinhead e i Mods, solo il Casuals nella capitale.

Non c’è bisogno di dilungarsi in inutili parole quando volgiamo lo sguardo in direzione della capitale inglese. Londra è da sempre un polo culturale di livello, dove nascono mode e dove le mode, che in questa città irrompono con la forza di una crew indemoniata, attuano la loro completa e talvolta alienante radicalità. Per quanto riguarda il fenomeno Casuals, però, abbiamo a che fare con un tragitto inedito nella Storia di questa città.

L’obiettivo di questo nostro terzo appuntamento sull’universo Casuals è quello di illustrare una mappatura generale del movimento che si sviluppò a Londra tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80, senza entrare nel dettaglio delle singole mob.

Per prima cosa, sgomberiamo il campo da alcuni falsi miti. Chi si affaccia in maniera superficiale al fenomeno Casuals è convinto che la sua origine si situi proprio nella capitale londinese, e che (quasi unitamente a questo primo misunderstanding) all’interno del movimento, poi divenuto questione nazionale ed internazionale, i tifosi del West Ham ne siano i pionieri. Smontiamo queste prime due (errate) tesi.



La questione è la seguente; quel piacevole (ma distopico) film che è Hooligans (2005, dir. Lexi Alexander) ha come riaperto, dalla metà dei 2000 ad oggi, la grande questione del Casuals, riducendo un movimento culturale di enorme portata a due-tre anni di scazzottate e vizi riguardanti il vestiario, capricci di giovani frustrati e delusi. Non che questo non sia successo affatto, ma è di certo una parte molto marginale dell’intera questione, ben più complessa di quanto un film di 109 minuti possa dimostrare. Sui tifosi del West Ham torniamo subito, visto che è questo ciò di cui dobbiamo occuparci. Prima, però, due consigli cinematografici seri: The Firm (2009) e The Business (2005), entrambi diretti da Nick Love.

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