Cosa ci dobbiamo aspettare dall'inchiesta che Report manderà in onda stasera?
Il mondo degli ultras non è mai stato di semplice comprensione. Sono tanti gli episodi che hanno portato l’opinione pubblica a esprimersi sul tifo organizzato. Episodi tra i quali rientrano anche le vicende che legano i gruppi del tifo alle organizzazioni criminali. Al riguardo, l’attenzione in queste ultime settimane si è concentrata sulla Juventus. Sono stati analizzati infatti dei legami tra il mondo ultras bianconero, la ‘ndràngheta e lo stato maggiore della società torinese. Un argomento spinoso che dal 2016 si trascina fra le aule dei tribunali. Questa sera la trasmissione Report, che andrà in onda su Rai 3, mostrerà la propria inchiesta condotta all’interno della Curva juventina, che intende portare a galla retroscena finora nascosti. Il programma metterà sotto la lente d’ingrandimento una presunta rete di legami ben articolati fra la società della Juventus e alcune frange del tifo zebrato infiltrate dalla criminalità organizzata.
La trasmissione dedicherà particolare considerazione alla gestione dei biglietti in casa juventina. Le indagini nel merito hanno scoperchiato il vaso di Pandora a tinte bianconere che lega l’attività di bagarinaggio di alcuni gruppi ultras, grazie a biglietti messi a disposizione dalla società, gestita dalla longa manus della ‘ndràngheta. I pubblici ministeri hanno evidenziato una fortissima infiltrazione mafiosa all’interno dei gruppi della curva, specificamente nelle fila dei Gobbi e dei Vikings. Tutto ciò è impresso in uno dei passaggi della sentenza della corte d’appello di Torino nell’ambito del processo “Alto Piemonte” che ha portato a 14 condanne per infiltrazioni mafiose nel settore più caldo dello Stadium. I giudici d’appello, ribaltando la sentenza di primo grado, hanno condannato tra gli altri anche Fabio Germani, presidente dell’associazione Italia Bianconera, a 4 anni e 5 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. Sarebbe stato lui a portare Rocco Dominello, il figlio del boss Saverio, all’interno degli ambienti juventini: “Senza il suo intervento, Dominello non avrebbe potuto inserirsi nella gestione dei tagliandi” viene riportato negli atti.
L’Inchiesta si allarga alle intercettazioni che vedono come protagonisti alcuni personaggi bianconeri di rilievo. L’oggetto delle loro conversazioni è il presunto suicidio di Raffaele Bucci, collaboratore di giustizia nonché ex ultras delle Zebre, trovato senza vita sotto a un cavalcavia poco dopo essere stato ricevuto dai PM di Torino nel luglio 2017. Report analizzerà le telefonate di Alessandro D’Angelo, responsabile della sicurezza del club nel periodo dei fatti. Verranno riportate le sue telefonate di profondo sgomento con Francesco Calvo, allora direttore commerciale della Juventus, e con il difensore Leonardo Bonucci. Quel che colpisce della vicenda sono sia la scomparsa di una borsa appartenente a Bucci, che presumibilmente conteneva del materiale compromettente, che le lesioni riportate all’occhio e alla mandibola, ferite non compatibili con la caduta ma riconducibili a delle lesioni avvenute prima del presunto suicidio, come se Bucci fosse stato sottoposto a un pestaggio. Delle incongruenze che hanno portato la compagna dell‘ex ultras a richiedere la riapertura delle indagini.
Stasera dunque Report proverà a fare chiarezza su ciò che finora è avvenuto dietro le quinte degli spalti dello Juventus Stadium, con gruppi ultras attivi nel business milionario del bagarinaggio, pratica praticamente scomparsa nei piccoli centri italiani ma al contrario viva e prospera nella grandi realtà del calcio italiano. Una rete sparsa in tutta italia, dove i biglietti gestiti dai gruppi ultras andavano a riempire le casse delle organizzazioni fantasma alle loro spalle, creando una tela del terrore che si spingeva fino ad atti di violenza pura. Come in occasione di Juventus – Real Madrid della passata stagione, dove alcuni ultras campani sono stati pestati per via di una questione collegata direttamente alla vendita dei biglietti.
Da sottolineare un passaggio chiave collegato alle dichiarazioni di Placido Barresi, boss della criminalità organizzata degli anni Settanta e Ottanta, natìo di Gioiosa Ionica, che rivela: “Mica entrano solo i Dominello (allo Stadium). In curva entra tutta la Calabria unita”.
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