Una federazione che arruola volontari per non retribuire il lavoro.
Più competizioni, più partite; più partite, più sponsor, biglietti e spazi televisivi. Più diritti tv, più soldi. Più soldi, (in teoria) stipendi migliori per chi lavora nel settore: il ragionamento filerebbe per tutti, ma a quanto pare non per la UEFA. Ne avevamo già parlato in occasione del famoso “Europeo itinerante”, laddove la federazione europea andava cercando in giro per tutto il continente “volontari” (chiaramente non pagati) che potessero “promuovere i valori dello sport” (sic!). Oggi scopriamo che il lupo perde il pelo, ma non il vizio. E in occasione della Supercoppa Europea che si disputerà nel moderno stadio dell’Udinese, la UEFA sta selezionando – nuovamente – lavoratori gratis per l’organizzazione dell’evento.
Per organizzare in maniera impeccabile il match tra la vincente della Champions League e quella dell’Europa League servirà uno staff numeroso, ed ecco infatti che nella pagina dedicata al “Programma volontari” sul sito della FIGC, al papabile candidato è addirittura concessa la libertà di poter scegliere tra più mansioni da svolgere. Andando a leggere il comunicato ufficiale presente sul sito, si scende subito nel grottesco. Un “memorabile” passaggio cita infatti testuali parole:
“la UEFA vuole consegnare un programma volontari memorabile, coinvolgendo centinaia di volontari”.
Com’è umano lei, direbbe qualcuno. Avremmo poi voluto azzardare che sia davvero ridicolo il fatto che un’organizzazione del genere, per un trofeo che mette a disposizione un montepremi di circa 9 milioni, non riesca a pagare una giornata di lavoro a un centinaio di persone. Su questo però siamo stati subito smentiti. Perché certo, spiega il comunicato stesso, «il concetto di attività volontaria presuppone che la stessa sia sostenuta e promossa senza alcuna ricompensa in denaro. L’esperienza del volontario non implica alcun tipo di rapporto di lavoro», però attenzione, per quello che il sito stesso definisce “prezioso contributo” (ma non abbastanza da prevedere una retribuzione), i volontari saranno ricompensati con
“una divisa firmata Adidas, pasti e bevande, trasporto pubblico gratis e altri gifts”.
Che dire. Ma a proposito di trasporto pubblico, voi penserete che per raggiungere Udine venga pagato per intero almeno il biglietto dell’eventuale treno/autobus, e invece no. Nelle indicazioni si è molto orgogliosi del fatto che, nel giorno della manifestazione, il trasporto pubblico urbano sarà gratuito. Ma per il resto? Figuriamoci. Insomma, per i non residenti in città diventare un volontario della Supercoppa UEFA 2025 sarà un vero e proprio sacrificio economico (fra trasporto e alloggio), e pensare che c’è anche chi sarà disposto a farlo.
Comunque, non si tratta di una cosa nuova. Intanto perché ormai, come specificato sul sito, «da molti anni la UEFA coinvolge volontari nei suoi eventi sportivi, nell’intento di offrire al grande pubblico la possibilità di partecipare all’evento, vivendone il dietro le quinte da protagonisti» – vedete, ci fa anche un favore Ceferin. D’altronde, come sottovalutare il fatto che «i volontari della finale UEFA Super Cup 2025 saranno gli ambasciatori del torneo e delle città ospitanti e metteranno in pratica i valori come solidarietà e fair play che accomunano lo sport al mondo del volontariato». Sentite, leggete la supercazzola: valori che accomunano lo sport al volontariato!
Si vuole allora sviluppare una nuova categoria lavorativo-antropologica, quella del volontario sportivo! Lo scrive il comunicato: «Il programma volontari UEFA Super Cup 2025 a Udine è organizzato dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, nell’obiettivo di coinvolgere una squadra di 360 volontari motivati ed entusiasti, che svolgano una serie di compiti fondamentali per la buona riuscita del torneo. L’ambizione è quella di offrire un’opportunità unica e indimenticabile a tutti i partecipanti, nell’augurio che l’iniziativa stimoli il volontariato sportivo del futuro».
Anche qui, vi prego, leggete le ultime righe: l’ambizione (addirittura un’ambizione, neanche un obiettivo, una ambizione e per di più a costo zero) è quella di offrire un’opportunità unica e indimenticabile a tutti i partecipanti, nell’augurio che l’iniziativa stimoli il volontariato sportivo del futuro. E vi pare, effettivamente, che nel futuro UEFA, FIFA, FIGC e compagnia debbano ancora, addirittura, pagare i lavoratori per organizzare i loro eventi? Perché assumere delle persone quando si può arruolare dei volontari? E nessuno poi ti dice nulla, anzi.
L’iter per candidarsi / dal sito della FIGC
Qualcuno potrebbe obiettare che perlomeno questo possa essere un metodo per guardare gratis una finale europea: niente di più sbagliato. I “furbacchioni” infatti si sono prontamente impegnati a specificare che «non sarà possibile seguire la partita, perché tutti i volontari saranno chiamati a contribuire alla riuscita dell’evento anche durante il match». Un discorso che i tantissimi steward che ogni domenica prestano servizio negli stadi italiani conoscono bene, ma loro – almeno per ora – vengono retribuiti da qualcuno.
Il volontariato è una risorsa preziosissima, di volontariato si alimenta la parte migliore delle nostre comunità, ma qui rendiamoci conto del tema: non siamo davanti a una Onlus o una ONG – soltanto dalla vendita dei biglietti verranno incassate centinaia di migliaia di euro – bensì a una federazione che negli ultimi anni ha fatto del profitto la propria ragione d’esistenza. Quello della UEFA è un vero e proprio sfruttamento sbandierato ai quattro venti, rivendicato quasi come un servizio offerto agli appassionati del gioco. E, stando a quanto possiamo leggere sul sito, da quelle parti sembrerebbe che ne vadano anche fieri: “Tutti i volontari avranno anche accesso al Centro Volontari, una vera e propria area relax che la UEFA mette a disposizione per rilassarsi prima o dopo la vostra attività”. Roba da pazzi.
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Eppure a questa pratica vergognosa, che la UEFA porta avanti da anni, ci sarebbe una soluzione davvero efficace: non candidarsi, o perlomeno farlo pretendendo di essere retribuiti. E invece, stando a quanto riportato da Udine Today, in appena 5 giorni (il bando è stato pubblicato il 20 aprile scorso) si sarebbe già coperta la maggior parte dei 360 posti vacanti. Perché questo è un altro problema del nostro tempo: il fatto che in tanti, troppi, siano disposti a tutto semplicemente per sperare un giorno di essere pagati, per il badge UEFA da ‘rivendicare’ sui social, per partecipare a un evento di prestigio.
Saremmo tentati, come molti con un’approssimazione a dir poco populista, di esclamare pure noi: “se c’è qualcuno che è disposto, lo facesse”, ma questo è proprio il peccato originale da evitare, che spalanca le porte alla legge della giungla. Seguendo questa logica a ribasso, ci sarà sempre qualcuno disponibile a fare qualcosa, pagato due lire o nemmeno quelle. E tutti gli altri, poi, si troveranno a dover competere con chi non pretende tutele e nemmeno salari dignitosi. Il fatto che un organo come la UEFA incentivi una simile deriva, la dice lunga sulla credibilità e sulla moralità della federazione europea.