Inchiesta su un campionato d'oro, ma anche di plastica.
La recente sessione estiva di calciomercato ha ribadito per l’ennesima volta la totale supremazia – economica, politica, reputazionale – della Premier League nel panorama europeo. Mentre in Italia ci si barcamenava tra prestiti onerosi e parametri zero âgé, dalla perfida Albione fiumi torrenziali di sterline inondavano la campagna trasferimenti: il solo Liverpool ha sborsato quasi mezzo miliardo di euro, più di due terzi di quanto speso dall’intera Liga, per dare un’idea della proporzione.
L’egemonia inglese appare oggi inarrestabile. Da anni, il divario commerciale con gli altri campionati è diventato insanabile, una forbice così ampia da rendere la lega inglese non più una rivale con cui competere, ma un’autorità a cui sottostare come semplici clientes. Un modello accentratore, dai retaggi imperiali, in grado di fagocitare (e spesso anche di risputarlo) il talento a suon di introiti e diritti TV.
Un modello globalista e spietato, che ha ormai trasformato la Premier League nella sua nemesi: una Superlega travestita da gentleman.
In risposta ai possibili effetti collaterali della Brexit, il Regno Unito ha intrapreso – con successi altalenanti – la strategia della Global Britain, con l’obiettivo di ampliare la propria influenza nel mondo, specie negli ex possedimenti e protettorati. Una visione che è stata un tentativo di riaffermare il peso specifico dell’Inghilterra nel bilanciere internazionale, con un richiamo nemmeno troppo velato agli antichi fasti coloniali. Quando Londra era il centro del mondo, la testa del serpente, l’impero più vasto della Storia.
Fasti impossibili da riaffermare, ovvio, ma i cui strascichi si ripercuotono ancora oggi nell’idea che gli inglesi hanno di sé, e che trovano un’interessante analogia nel mondo del pallone.
Con le dovute proporzioni, infatti, la Premier League rievoca la potenza dell’Impero britannico, ne ricalca il dominio incontrastato. Per questo, quando si parla di Global Britain, il campionato inglese è sempre tra i primi vettori di soft power che viene citato. Utile a magnificare l’immagine della Union Jack, a rimetterne in luce la grandezza. Ma come si è arrivati ad una supremazia così schiacciante?
In copertina: Leeds United v Liverpool Premier League 19/04/2021. Foto di Simon Davies (Imago/Insidefoto)