In una Štark Arena a luci soffuse, dal megafono della Južna Tribina (Curva sud) arriva un urlo, dice che dopo la pioggia arriva sempre il sole, e tutti i presenti squarciano l’apparente silenzio cantando all’unisono:
Ogrejaće! Obasjaće! Sunce iznad Humske ulice!
Za pobede, za miran san,
za titule, za Partizan!
Il battimani accompagna il coro e scandisce il ritmo di un pre partita particolare per il mondo Partizan, cui assistono inconsapevolmente i giocatori della Virtus Bologna, ospiti lo scorso mercoledì sul parquet di Belgrado per il match di Eurolega. Uno striscione appeso per tutta la partita sulla balaustra di una delle tribune spiega le ragioni di un entusiasmo che, se possibile, è ancora più travolgente del solito, e recita: Subota, 15:55č, neka grmi ceo Hram!
E’ un appello. Sabato, alle 15:55 in punto, è tempo di riempire nuovamente il “tempio”, lo Stadion JNA, e farlo letteralmente “tuonare”. Nella giornata di martedì, infatti, i Grobari (Becchini) avevano dichiarato sui loro canali la fine del boicottaggio che, ormai da oltre un anno, la parte più calda del tifo bianconero stava portando avanti contro la dirigenza della sezione calcistica del club.
Il comunicato è arrivato a meno di ventiquattro ore dalla riunione dell’Assemblea dei soci, durante la quale sono stati sollevati dai propri incarichi il presidente Milorad Vučelić, il direttore generale, nonché bersaglio principale della protesta, Miloš Vazura, e tutti i membri del Consiglio di amministrazione. Di fatto, la richiesta principale dei tifosi è stata accontentata, è la loro vittoria, in una lotta che negli ultimi tempi aveva assunto caratteri tragicomici, quasi fino ad oscurare la disastrosa situazione finanziaria e calcistica in cui versa un’autentica istituzione sportiva del paese.