Per dirla con Roy Keane: “non voglio più vedere 5-6 giocatori”.
Ieri, nel derby con il Manchester City, lo United ha incassato una delle sconfitte più pesanti e imbarazzanti della sua stagione. Non tanto per il risultato (comunque pesante), di 4-1, quanto invece per la “resa totale” dichiarata in campo dai giocatori, e fuori da commentatori e tabloid sportivi. Oggi il Mirror ad esempio ha aperto con una prima pagina emblematica e un titolone a caratteri cubitali: “SHAMEFUL”. La stessa ‘vergogna’ che hanno chiamato in causa leggende della parte rossa di Manchester, da Gary Neville a – soprattutto – Roy Keane. Quest’ultimo ci è andato giù molto duro con le dichiarazioni, forse ancora più di quanto facesse in campo:
«Penso che la cosa peggiore che si possa dire dello United è che si sono arresi. Il vecchio detto: ‘uomini contro ragazzi’… dovrebbero vergognarsi di loro. Per un giocatore in un derby, o in qualsiasi partita, rinunciare è davvero imperdonabile. Ci sono modi e modi per perdere le partite di calcio, tutti abbiamo perso, ma il modo in cui lo United ha perso oggi… Hanno smesso di correre, si sono arresi! Ci sono giocatori là fuori che non tornano. Hanno gettato la spugna, il che è vergognoso». E ancora, dopo aver specificato che «il bello dello sport di alto livello è che non ci sono nascondigli, e oggi abbiamo visto tutte le carenze dello United», Roy Keane è tornato all’attacco:
«Mi sento davvero frustrato a guardarli. Posso perdonare gli errori ma devi tornare, correre. Ci sono cinque o sei giocatori che non dovrebbero giocare mai più per il Manchester United».
Ancor prima dei processi a Rangnick, sono stati infatti i singoli ad essere stati messi alla sbarra: «Questo è inaccettabile. Va bene le critiche all’allenatore e alla tattica, ma non si può accettare che i giocatori che non tornino quando giocano per il Man United. È vergognoso, veramente vergognoso». Insomma, l’irlandese ha travolto come un fiume in piena lo spogliatoio dello United, facendo anche dei nomi: «Wan-Bissaka, Fred. Maguire, Rashford, e potrei andare avanti». Eppure non è stato il solo. Gary Neville ha definito la prestazione “imbarazzante”, e si è concentrato sul modo in cui i giocatori hanno “gettato la spugna”; in particolar modo sugli ultimi 15 minuti, in cui il City ha avuto il 92% di possesso palla mentre lo United neanche correva per provare a recuperarla.
«La risposta del Manchester United al 3-1 è stata imbarazzante. Non ho mai visto niente del genere in nessuna partita di calcio. Si sono arresi, è una cosa che non è neanche lontanamente accettabile».
Questo per capire il clima a Manchester, sponda rossa della città: un club che negli ultimi 10 anni ha il peggior passivo sul mercato del mondo: -1075 milioni di euro. Più di un miliardo, quasi un miliardo e cento milioni, di negativo (1545 milioni di spese, 470 di entrate). La società ha scelto di affidarsi a Ralph Rangnick – che l’anno prossimo dovrebbe passare dietro alla scrivania e scegliere lui stesso l’allenatore – ma ancor prima all’idea di una rifondazione fin dalle basi: meglio un progetto per riportare la squadra stabilmente in alto che un “vincitore seriale alla Conte”, per citare Oliver Kay su The Athletic, che mettesse subito qualche toppa, magari portasse a casa qualche trofeo, ma lasciasse il club in balìa alle sue contraddizioni. Il problema è che Manchester non è Lipsia, e dalle parti di Old Trafford anche il tempo ha una data di scadenza.