Se c’è una cosa che accomuna molti è la naturale tendenza a parteggiare per il più debole. Soprattutto nelle partite di calcio, dove per essere effettivamente coinvolti bisogna schierarsi per una o per l’altra squadra – o contro di essa.
In questo senso la Coppa di Francia è una competizione strutturata in modo che gli incontri tra Davide e Golia possano effettivamente aver luogo, grazie ad un sorteggio in cui il PSG di turno può giocare contro una squadra di sesta serie. Parliamo infatti di una coppa estremamente democratica, a cui partecipano tutte le società del panorama francese, dove anche le più piccole possono vivere la propria serata da “grandi”, nel caso se lo siano meritato. L’antitesi dell’ostracismo della Coppa Italia in pratica.
Quest’anno è l’AS Cannes ad aver compiuto l’exploit maggiore, squadra di National 2 (quarta serie francese) dell’omonima città, simbolo della dolce vita della Costa Azzurra e famosa per il festival cinematografico che qui si tiene ogni maggio. Il club si è arrampicato fino alle semifinali di Coppa di Francia, dopo aver battuto anche ben tre squadre di Ligue 2 negli 8 turni che ha dovuto superare per arrivare fin qui.
Era dal 1992 che non raggiungeva tale traguardo, anno nel pieno dell’epoca d’oro dei biancorossi, che in quel periodo sfornavano talenti generazionali come Zinedine Zidane e Patrick Vieira giocando sui campi di Ligue 1. Da un decennio è una squadra di bassa serie che sta risalendo le categorie dopo il fallimento del 2015, con un nuovo impulso dato dai Friedkin, proprietari del club da due anni.
I tifosi del Cannes a inizio partita (foto Simone Mastorino)
La semifinale di quest’anno è contro lo Stade de Reims, altra storica società francese attualmente in Ligue 1 e due volte finalista di Coppa dei Campioni a fine anni ‘50. Non potevo mancare all’appuntamento, io che ho un nonno nato a Cannes che ha visto la squadra agli albori. Trovare biglietti non è stato facile, a causa di pasticci gestionali della società e di prezzi tutt’altro che popolari che hanno fatto scalpore in città.
Qualche ora prima della partita vado nei pressi dello stadio per capire quale atmosfera si respiri in quello che è il quartiere popolare della città, chiamato La Bocca. In un vialone chiuso dei bambini che giocano a pallone mi scambiano per un giocatore, per il resto la situazione è ancora molto tranquilla nonostante si possa già notare un gran dispiegamento di forze dell’ordine . . .
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