Con un'impresa che farà la Storia del ciclismo, Vincenzo Nibali conquista la Milano-Sanremo 12 anni dopo la vittoria di Pozzato.
Genio. Tempismo. Fantasia. Vincenzo Nibali.
Da Milano tanta pioggia. Tutto piatto, tre salite in 300 kilometri.
Gestirsi in gruppo. Esce il sole. Spallate per la posizione. Salire a Cipressa.
Gruppo compatto e guadagnare posizioni. Lucidità, tanta lucidità. Nessuno si muove.
E il Poggio.
Scattare nel punto più insignificante. Un tratto piano tra due salite. Un anticipo per il capitano, ma si fa il vuoto. Dieci, undici secondi di silenzio. Un buco, quanto basta per passarci.
Pazienza. Concentrazione. Poche aspettative ma fame di vittoria, tanta.
Gli altri si aspettano, lui attacca. Una fuga a due, ma l’altro cede subito. Tenere il suo passo non è possibile. Qualcuno prova a riallacciare, niente da fare.
Che bella quella cabina telefonica. Curva a sinistra e discesa. Pane quotidiano.
Pochi chilometri e dietro si mena, oh se si mena. Senza accordo, però. E sarà fatale.
Davanti c’è un casco d’oro, una pinna di classe e sapienza. Chilometri senza voltarsi, poi transenne e telecamere fisse.
Il gruppo è diventato un banco: avanza trascinato dalla risacca, ma morso dopo morso è solo distanza quella che mangia.
Arriva, vicino, ma non basta.
Tre volte allargate le braccia, i palmi aperti: “Volevate un campione italiano? Eccomi qua, sono io, l’Unico.”
Vincenzo Nibali, oggi il più forte, il più deciso, il più bravo di tutti.
Concepire il ciclismo di Vincenzo Nibali è pensare un ciclismo di agonismo puro: non è fame di spettacolo, è Vittoria. Un palmares impensabile per il ciclismo moderno: le Tre Corone (due Giri-un Tour-una Vuelta), due Tirreno-Adriatico, due Lombardia, due Campionati italiani, ed ora la Classica di primavera, la Milano-Sanremo. La corsa meno adatta: una tavola con tre piccole increspature, ora è cibo per lo Squalo. Le altre squadre hanno lavorato duramente per i capitani. Mentre Kwiatkowski e Sagan, memori dell’anno passato, sono rimasti a guardarsi, Trentin (Mitchelton-Scott) stava per riprendere Nibali ma è stato fermato per Ewan (al traguardo secondo) e Demare (terzo) ha spinto a tutta la sua Groupama-FdJ. È restato davvero poco da spartirsi per gli avversari di Vincenzo, uno che non si limita a partecipare. Ora l’obiettivo è il Giro delle Fiandre che si correrà la domenica di Pasqua, con l’occhio al Mondiale di Innsbruck a fine stagione.
Foto LaPresse – Fabio Ferrari