Il nuovo talento mondiale degli scacchi sta creando un caso diplomatico tra i due Paesi.
Per tutta la durata dell’attesissimo campionato del mondo di scacchi 2021, l’International Chess Federation – riconosciuta generalmente con l’acronimo di FIDE (Fédération Internationale des Échecs) – ha concesso ai due contendenti per il titolo mondiale, il norvegese Magnus Carlsen ed il russo Ian Nepomniachtchi, la possibilità di incontrare, a poche ore dalle partite, i giornalisti arrivati dai quattro angoli del globo per seguire la finale.
Ma né la Federazione Internazionale, né tanto meno i due sfidanti, potevano prevedere che le attenzioni dei principali mass media presenti all’evento venissero catalizzate, in maniera del tutto sorprendente, dalle vicende di un terzo scacchista, di fatto assente a Dubai – sede della 45° edizione del campionato del mondo. Si tratta del giovanissimo Alireza Firouzja, indubbiamente l’astro nascente del movimento scacchistico mondiale.
Nato e cresciuto a Babol, nella provincia del Mazandaran in Iran, il ragazzo si è trovato al centro di uno dei più grandi intrighi politico-sportivi degli ultimi anni. Un’oasi di rinvigorente freschezza e novità, nel deserto di un mondo dello sport ormai totalmente mercificato, non più in grado di offrire storie, epica e pathos.
Dal luglio del 2021, dopo essere stato espulso dalla Federazione iraniana, Alireza Firouzja è infatti diventato, a tutti gli effetti, un cittadino francese, parte integrante (ed attuale numero uno) della celebre French Chess Federation. Sono stati due gli episodi che hanno rappresentato il punto di non ritorno sportivo per il classe 2003, trovatosi, nel giro di qualche mese, libero da ogni rapporto, da un punto di vista legale, con la discussa Repubblica Islamica dell’Iran.
Il primo si è verificato al Grenke Chess Open, in Germania, quando il terzo turno lo ha visto opposto al Maestro FIDE Or Bronstein, israeliano. Firouzja, su indicazione di quella che all’epoca era la sua federazione, ha dovuto obbligatoriamente dare forfait, poiché le leggi del suo Paese vietano espressamente di poter giocare con un giocatore di Israele. Gli iraniani, infatti, non tollerano che un loro cittadino si confronti con quello di un paese che non riconoscono, che per la propaganda della Repubblica islamica non dovrebbe esistere e di cui hanno sempre minacciato l’estinzione.
La vicenda si è poi spostata su altri tornei. A Barcellona, due Grandi Maestri iraniani (tra cui Parham Maghsoodloo), hanno affrontato un avversario israeliano, Ido Gorshtein. La notizia è giunta fino alle orecchie del Ministero dello Sport iraniano, di fronte al quale gli scacchisti hanno dichiarato di non sapere che l’avversario fosse originario dell’odiata Terra di Giacobbe, evitando così chiare conseguenze politiche. Per scongiurare un altro rischio di incrocio simile, però, ai Mondiali rapid e blitz di Mosca 2019, vista la folta presenza israeliana, la Federazione scacchistica iraniana ha deciso di ritirare tutti i giocatori dalla competizione.
Firouzja, però, quei Mondiali ha deciso, con un gesto di grande coraggio, di giocarli ugualmente, con un ruolo da protagonista, conquistando il secondo posto nella rassegna rapid dietro a Magnus Carlsen. Oggi il giovane Grande Maestro vive a Chartres, in Francia; le procedure per ammetterlo alla Federazione nazionale sono avanzate in parallelo con quelle per naturalizzarlo come cittadino francese. Firouzja ha tutte le carte in regola per far sognare alla federazione di scacchi della République un avvenire radioso.
“Può sembrare assurdo, ma Alireza si è iscritto per errore al club degli scacchi del paese. È stata mia moglie a registrare il suo nome e quello del fratello maggiore, tra gli interessati nonostante i due preferissero altre attività sportive”.
Racconta oggi tra lo stupore generale il padre Hamidreza Firouzja. I risultati, nonostante la particolarità della situazione, non sono tardati ad arrivare: a dodici anni – solo quattro dopo l’esordio – è diventato il campione nazionale iraniano. A sedici, Alireza ha ottenuto il titolo di Grande Maestro, nonostante attualmente se ne contino solo 1.300 in tutto il mondo.
“Non lo reputo un predestinato, ogni piccolo risultato è figlio del lavoro fatto con i suoi allenatori. Non aveva una memoria strabiliante ed ha iniziato a giocare piuttosto tardi per gli standard generali. È semplicemente innamorato di quello che fa”.
Continua, nascondendo a fatica un più che comprensibile orgoglio paterno, Hamidreza. In un’intervista con il suo sponsor Unibet, l’attuale campione del mondo Magnus Carlsen ha dichiarato: “Per coloro che si aspettano che io giochi il prossimo match mondiale, la possibilità che restino delusi è molto alta. Sono, però, rimasto impressionato dai risultati raggiunti da Alireza negli ultimi mesi. Giocare con lui mi motiverebbe a difendere ancora una volta, il mio titolo mondiale”. L’attesa per l’incontro tra i due re degli scacchi, quello del presente e quello del futuro, è già enorme.