La protesta dei tifosi del Milan è sacrosanta ma non sufficiente.
Il ritorno del Milan in Champions League costa caro. Non tanto alla squadra di Stefano Pioli, attesa per lo più da un girone di ferro, ma ai suoi tifosi. Varcare di nuovo la soglia di “casa” dopo oltre sette anni, infatti, avrebbe comportato una spesa di almeno 69 euro dall’alto del terzo anello, passando per i 119 della curva (secondo anello blu), fino ai 490 euro per una comoda – si spera, perlomeno – poltroncina nella tribuna d’onore. Il condizionale è d’obbligo perché i tanti soldi, troppi, hanno suscitato l’indignazione della Curva Sud e costretto la società a rifare i conti, sospendendo al momento le vendite.
“Abbiamo appreso con sgomento il prezzo dei biglietti”, scrive il tifo organizzato milanista in una nota dopo la pubblicazione del listino prezzi di sabato, giudicato “inammissibile”. Nel comunicato si provano a comprendere le ragioni della società nel dover far cassa dopo mesi di entrare ridotte al minimo e una capienza del pubblico ridotta, ma “non [è possibile] vedere certi prezzi, specie da parte della nostra società che su questi temi si è sempre dimostrata sensibile. La invitiamo pertanto a porre rimedio a questa spiacevole situazione”. Così, è arrivato il dietro front. È lo stesso amministratore delegato Ivan Gazidis ad annunciare la revisione dei conti.
Probabilmente, per convincersi a cambiare rotta, in via Aldo Rossi avranno buttato un occhio sulla tabella dei prezzi dell’altra sponda del naviglio. Rispetto ai rossoneri, infatti, i tifosi dell’Inter pagheranno prezzi meno esorbitanti. Non comunque economici, ma in linea con le partite di cartello e con l’attuale situazione economica dei club, alla disperata ricerca di quanti più ricavi possibile. Per gli abbonati, un biglietto in Curva Nord per vivere Inter-Real Madrid costerà 48 euro, il 150% in meno se confrontati con quelli della curva opposta per le partite di coppa giocate in casa dal Milan. Differenza non da poco, dato anche che il tetto massimo per i nerazzurri è fissato dai 325 euro della poltroncina centrale rossa, mentre quello preventivato per i rossoneri era di 165 euro in più.
Se il passo indietro di Gazidis può essere accolto come una vittoria della società civile, resta il problema principale, quello del caro biglietti. La ribellione educata dei tifosi è esplosa di fronte a quella che assomiglia più una provocazione, dove l’asticella si alza sempre di più fino a quando non viene superata la linea rossa. In qualche modo, è come se si volesse testare il limite a cui il tifoso è disposto ad arrivare. Tradotto, alzare il prezzo fino a quando non arrivano i comunicati e il rischio che molti decidano di non entrare superi quello di una piccola lamentela. In tal caso, per la precisione, ci troviamo perfino di fronte a una società che, come hanno scritto gli stessi tifosi, si dimostra sensibile alla questione. Proporre un pacchetto di tre partite in curva a 360 euro, però, è sinonimo di poco tatto. La risposta da parte dei sostenitori non poteva che essere quella della contrarietà.
Che il trauma della pandemia non sia ancora stato superato dal mondo del calcio è innegabile, così come che i club si aspettassero maggiori concessioni dal punto di vista della presenza del pubblico. Il 50% della capienza è comunque una buona nuova dopo diciotto mesi di silenzio e porte chiuse, seppur ancora insufficiente per ritornare alla normalità. Nell’attesa, il solito tentativo di provare a spennare i propri polli ritorna di moda, specialmente in un momento di difficoltà. Le società provano a far cassa con i tifosi, noncuranti di come questo anno e mezzo sia pesato allo stesso modo per le tasche di molti di loro, con abbonamenti già pagati e sospesi a metà campionato, tanto per dirne una. Questa volta è andata male ed è finita con il riconoscimento da parte del Milan per una sua scelta “discutibile”. Il passo avanti è stato compiuto, è partito dal basso e ha ottenuto risultati concreti. Degli effettivi benefici, però, se ne potrà parlare solo nel momento della pubblicazione del nuovo listino prezzi.