Goliardia, identità, risate: 20 anni per gli stadi di tutta Italia.
La storia di Cristiano Militello affonda le radici nella provincia italiana più bella. Quella che si nutre di passione, sentimento e cultura. Ogni lunedì, da oltre 20 anni, lo vediamo in televisione a “Striscia la notizia” con la sua rubrica, Striscia lo striscione. Un racconto irriverente dell’umanità che popola i nostri stadi. Ma chi si cela dietro il personaggio che, con le sue gag e i suoi striscioni, ci fa ridere da due decenni? Lo abbiamo incontrato per saperne di più.
Quando è sbocciato il tuo amore per l’universo del tifo?
La mia passione per gli stadi e le tifoserie nasce da ragazzino. Appartengo alla generazione cresciuta a pane e Supertifo: quella rivista ha fatto scattare in me una scintilla. Frequentandone la bacheca, dove tanti appassionati scambiavano contributi fotografici su sciarpate e coreografie, ho assorbito come una spugna la cultura visiva e linguistica del mondo ultras di quegli anni. A casa ho una collezione di fotografie che ritraggono striscioni di ogni tipo. Una sera la mia ex moglie mi intimò di fare ordine perché le centinaia di scatti che avevo accumulato stavano prendendo il sopravvento. Da lì è nata l’idea di realizzare un’antologia. Per più di un anno andai in giro per l’Italia a bussare alle porte delle case editrici più importanti.
E come andò?
«Guardi Militello, sarò molto franco con lei. Degli striscioni non frega un cazzo a nessuno». Questa la prima lapidaria risposta che mi venne data a Milano in una grigissima giornata di pioggia. E anche i tentativi successivi si rivelarono fallimentari.
La svolta?
È arrivata grazie a Gino & Michele. Due grandissimi! Per intenderci, sono gli autori del best seller “Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano”, una raccolta delle battute più belle della storia dell’umorismo, nonché padri di Zelig. «Queste sono le formiche del calcio!», mi dissero. Intuirono subito le potenzialità del volume. Un anno dopo, agli inizi del 2004, andò in stampa.
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