O della crisi irreversibile dell'informazione sportiva in Italia.
Sulla pagina Facebook di “Damiano Er Faina”, noto lanciatore di accendini nostrano, in quel rettangolino bianco che è la bio leggiamo: “comico”. Roba che farebbe accapponare la pelle a un Filippo Giardina qualunque, ma al di là di ciò ci sorge spontanea una domanda: se davvero (cosa tutta da dimostrare) Er Faina è un comico, perché Sportitalia lo ha ingaggiato nel suo gruppo di esperti per parlare di calciomercato, notizie e indiscrezioni?
Nel suo curriculum troviamo tutt’al più storie Instagram dallo stadio (con tanto di tag a Ciro Immobile) e una vittoria al campionato Master di PES6 con Castolo e Ordaz coppia d’attacco a difficoltà leggenda. Non ci risulta altro a livello sportivo-culturale. Con ironia invidiabile, Er Faina ha scritto annunciando la notizia: “ogni squadra che si rispetti ha il suo punto debole, ed è per questo che hanno preso me”.
Sparare sulla Croce Rossa, però, non è nel nostro stile. Il fatto che uno come Er Faina venga ingaggiato da un canale tv seguitissimo come Sportitalia per parlare di calcio (e calciomercato) testimonia chiaramente lo stato in cui versa ormai da decenni l’informazione in Italia. In particolare quella sportiva che, ormai privata di ogni tipo di pathos ed ethos, è costretta a disperate mosse di marketing (tipo questa) per rientrare con la visibilità i costi mai investiti sulla qualità.
Saremo pure “all’antica”, ma noi crediamo in un tipo di giornalismo diverso. Per questo abbiamo creato GEM Sport.
Tra dichiarazioni attribuite a sportivi puntualmente storpiate, vecchie e nuove fiamme di calciatori, titoli clickbait perché altrimenti l’editore non campa e qualità degli articoli sempre più scadente, non sappiamo più come muoverci. Ci sentiamo inopportuni, e anche un po’ presi per i fondelli. Chi legge di sport non è necessariamente un decerebrato e chi ne scrive ha verso gli appassionati una grande responsabilità. Quello del giornalista sportivo è un mestiere, non un gioco.
Di fronte al grande successo della Bobo TV e allo sbarco del Faina su Sportitalia (nonché della Satta a Sky Calcio Club), permetteteci almeno di essere sconsolati.
E di lanciare un allarme. Dietro l’apparente ingenuità di un ingaggio come quello del Faina a commentatore di calcio e calciomercato, si nasconde una dinamica preoccupante che rischia di mandare in rovina il sistema dell’informazione (sportiva e non) del nostro Paese: se la visibilità viene prima della competenza, chi racconterà con serietà e professionalità le notizie? Come verranno trattate quest’ultime? In una parola, che fine fa lo spirito critico dell’informazione pubblica – fondamento di ogni democrazia?
“Se Melissa Satta non è a conti fatti una giornalista sportiva, perché è stata scelta per partecipare alla trasmissione, a discapito di molte altre ragazze sicuramente più preparate? Perché far passare l’idea che questa cosa possono farla tutte? Se mi chiedessero di fare la show girl probabilmente non accetterei”.
Alessia Tarquinio
Parliamo di calcio, mica di fisica quantistica, direte voi. E ciò non toglie anzi richiede, aggiungiamo noi, grande professionalità. Di giornalisti con anni di gavetta alle spalle, studio, capacità e meriti che non siano lanciare accendini ed esprimere concetti in maniera volgare accentuando in maniera insopportabile il proprio dialetto, ne è pieno. Er Faina faccia il comico, la Satta la showgirl e gli italiani le persone serie.