Motori
03 Marzo 2024

Bella questa Formula 1, ma non la guarderei

Show, gossip e moralismo mentre Verstappen domina.

La stagione di Formula 1 2024 è iniziata di sabato, per la prima volta nella storia, e nuovamente nel segno di Max Verstappen e della Red Bull. L’olandese ribadisce la sua superiorità al volante di una RB20 ingegneristicamente rivoluzionaria, frutto del solito genio tecnico di Adrian Newey, nuova in tutto tranne che nella competitività rispetto agli avversari. Vince anche Chris Horner, che ha dovuto reggere la pressione di un caso personale potenzialmente esplosivo, risoltosi con la sua assoluzione ma con molti strascichi ancora aperti, alcuni a dir poco squallidi.

Al diavolo lo spettacolo, dunque, Max domina in lungo e in largo e se non fosse per le componenti power unit contingentate, da preservare, probabilmente andrebbe ancora più forte e dominerebbe ancor di più. Una prestazione disarmante, di altissimo valore sportivo, culminato con il record di distacco sul secondo in classifica (22.457s) nella storia della gara, forse l’unico aspetto avvincente ed emozionante di questa Formula 1 – nel frattempo a pochi km in linea d’aria, sempre in Medio Oriente, in Qatar, si correva la prima gara del FIA World Endurance Championship che per estetica sportiva, contenuti ed epicità si dimostra ancora una volta la vera alternativa all’élite del motorsport.

La vittoria di Verstappen, che nei primi 10 giri di gara rifila 8″ a tutti (compagno di squadra compreso) e se ne va inesorabile, in gestione per i successivi 50, non è incoraggiante. Non lo è per gli altri team con ambizioni mondiali in primis Ferrari che alla fine porta a casa il terzo gradino del podio con Carlos Sainz, mentre è stato un peccato non vedere il reale potenziale della prima guida Leclerc, quarto, condizionato da un grave problema ai freni che gli ha impedito di fare la differenza, come fatto in tutto il weekend, proprio nelle staccate.



Non è incoraggiante soprattutto per Liberty Media, il promoter del campionato, che vorrebbe aumentare il livello di show della serie Netflix, pardon, dei Gran Premi. Ma siamo comunque solo alla prima gara, il campionato si vince con i risultati, la Ferrari e la Mercedes sembrano più competitive rispetto all’anno scorso e la storia del 2024 è ancora tutta da scrivere. Non per Fernando Alonso che già durante i test pre-campionato aveva dichiarato:

«ora 19 piloti sanno già che non lotteranno per il campionato».

Come spesso accade in questa F1, a tenere banco sono i temi extra-circuito e Red Bull, in occasione di questo primo GP, non solo ha dimostrato di continuare a lavorare meglio degli altri, ma anche di riuscire a resistere ad alcuni shock potenzialmente rischiosissimi per la tenuta della squadra. Come il caso Horner, che ha invaso tutte le riviste di motorsport nel pre-gara e che molti osservatori e avversari hanno voluto cavalcare, sia per mettere in difficoltà la squadra sia, e questo è un brutto vizio, per fare politica.

Caso “sex-gate” che sembrava essersi concluso giovedì con la chiusura dell’indagine interna al team, con il comunicato stampa in cui si ufficializzava l’assoluzione del manager inglese da tutte le accuse. Caso che è invece proseguito a causa della vergognosa divulgazione – durante le prove libere di venerdì – di screenshot e foto delle conversazioni tra Horner e la dipendente, sua accusatrice, da parte di un fantomatico “giornalista anonimo”. Al di là del merito della questione, che dovrebbe rimanere intimo o quantomeno privato, l’unico che dovrebbe subire una condanna, per quanto ci riguarda, è questo anonimo senza scrupoli.


È evidente che questo caso non sia ancora stato archiviato perchè si tratta di una guerra di potere interna, sia Helmut Marko che lo stesso Jos Verstappen vorrebbero fare fuori il manager inglese, ed anche esterna al team austriaco. Zak Brown (McLaren) e Toto Wolff (Mercedes), infatti, avversari molto influenti nel circus, non hanno abbandonato la loro posizione pubblicamente neo-puritana sul caso, e anzi si sono mostrati interessati ad approfondire la vicenda proprio sull’onda della squallida fuga di documenti privati. «Siamo una squadra e possiamo avere le nostre opinioni personali o meno», dice Wolff.

«Penso semplicemente che, come sport globale, non possiamo permetterci di lasciare le cose nel vago e nell’ombra su argomenti critici come questo, perché questo ci metterà in difficoltà. In questo sport serve più trasparenza».

E trasparenza sarebbe andare a frugare e infierire nella vita privata delle persone, fregandosene della riservatezza e del pudore. C’è da chiedersi perchè Toto Wolff, come Zak Brown, come altri, siano così interessati a questi aspetti: spingere così tanto sul moralismo, in uno degli ambienti più spietati del pianeta, puzza di ipocrisia ed è maledettamente noioso. Dal canto suo, Chris Horner si è presentato in circuito prima della gara mano per la mano con la moglie Geri Halliwell (ex Spice Girl, ndr).

L’unico commento degno di nota, furioso, è quello del giornalista di Motorsport.com Italia Roberto Chinchero: «C’è chi non vuole spegnere i riflettori sulla vicenda. Le modalità con cui operano una o più persone in forma anonima, confermano una determinazione feroce che non si fa problemi a commettere reati come la diffusione di materiale privato e riservato. Al di là della vicenda in sé – prosegue Chinchero – per il paddock della Formula 1 c’è una grande opportunità: cancellare quanto ricevuto facendo cadere nel vuoto un tentativo vigliacco (oltre che illegale) di screditare una persona appena giudicata da un’indagine interna all’azienda in cui opera».

Roberto Chinchero, lo ricordiamo, è uno dei volti fortunatamente confermati nella squadra motori Sky Sport F1 2024, che ha visto grandi cambiamenti al suo interno annunciati in pompa magna per la nuova stagione. Uno di questi è la cacciata di Davide Valsecchi – colpevole (?) di uno scambio di battute con Matteo Bobbi nel 2023 – e il dirottamento di Federica Masolin verso la Champions League (forse una promozione, dipende dai punti di vista). È stato lo stesso Valse, nel suo profilo Instagram, a chiudere la questione nel migliore e più signorile dei modi: «mi dispiace, ma nessun dramma, ricordate che i protagonisti sono i piloti».

I nuovi personaggi che ci accompagneranno sullo schermo televisivo saranno invece la talent Vicky Piria e il conduttore Davide Camicioli, ai quali vanno ovviamente gli auguri di buon lavoro.

Come dicevamo all’inizio, invece, c’è un ultimo aspetto del GP del Bahrain che ha reso questo inizio stagione inedito: per la prima volta nella storia il campionato è iniziato di sabato, per rispettare il Ramadan, mese sacro del digiuno nel calendario islamico. Motivazioni nobili che stridono con il clima che si respira all’interno della F1, soprattutto di questa targata Liberty, che si conferma coerentemente occidentale e globale, in bancarotta morale ma bisognosa di moralismo, che riesce a rispettare le tradizioni sacre di tutti tranne le proprie, che mette l’intrattenimento e la politica al posto dello sport, e al contempo pare avere un rapporto perverso e ipocrita con la sfera più privata, intima e personale delle persone.

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