Papelitos
23 Giugno 2021

La virtù dei vinti

E la paura dei vincitori.

Abbiamo da poco superato la mezzora di Germania-Ungheria quando una pioggia sferzante e selvaggia si abbatte sull’Allianz Arena, costringendo i “tifosi” tedeschi a rifugiarsi nelle vecchie e care mantelline, per l’occasione dipinte d’arcobaleno. In una sequenza che neanche Quentin Tarantino avrebbe saputo ideare, le telecamere dell’UEFA prima riprendono la grande fuga dei tedeschi spaventati dall’ira di Thor, poi l’entusiasmo incontenibile dei tifosi ungheresi che, noncuranti dell’acqua, cantano nudi, sporchi ma felici. È un’immagine di una potenza inaudita. Da una parte il Paese più europeo d’Europa, abbattuto, stanco, timoroso e scontento. Dall’altra quello meno europeo d’Europa.

Tutto questo all’indomani di una super-polemica scoppiata in seguito al raggelante moralismo – e spirito bacchettone – della Germania. Meglio, del sindaco bavarese, che voleva illuminare l’esterno dell’impianto con i colori arcobaleno, definendo la scelta come “un segno visibile di solidarietà con la comunità LGBT in Ungheria”. Quest’ultima qualche giorno fa si vedeva infliggere un duro colpo dal retrogrado e medievista governo Orban: il passaggio della legge contro la “promozione dell’omosessualità”, che vieta ai minori di 18 anni film e libri a contenuto LGBT. L’UEFA, dal canto suo, aveva risposto che “a ragione dei propri statuti di organizzazione religiosamente e politicamente neutrale ed alla luce del contesto politico – mirato in reazione ad una decisione del Parlamento ungherese – l’Uefa deve respingere la richiesta”. Lo scoppio della Terza Guerra Mondiale avrebbe fatto meno scalpore.

La partita, in fondo, non era ancora iniziata. Dopo 11’ Adam Szalai portava in vantaggio gli ospiti – che per il calore dimostrato dal suo popolo sembrava giocasse in casa. Un sogno ad occhi aperti che tutti sapevamo non potesse durare. E invece passavano i minuti, i secondi, cadeva tanta pioggia e cadevano, in area ungherese, altrettanti palloni. Fedele alla durezza del proprio leader e capo-popolo, il gentleman Marco Rossi, l’Ungheria continuava imperterrita a resistere agli attacchi dei tedeschi, forti del proprio talento ma spenti come la stella che va a morire in cielo.

Fino al 66’, quando Gulacsi, il portiere che gioca nel Lipsia e che ha spesso rimproverato Orban sulle questioni LGBT, manco a farlo apposta, bucava clamorosamente l’intervento aereo, regalando prima ad Hummels poi ad Havertz, giocatore senz’anima alcuna, il facile tap-in del pareggio. La pioggia aveva già dato. Altra, leggera, ne sarebbe caduta. Ma i conti qui sembravano già fatti. Non per l’Ungheria, l’11 più pazzo nella storia degli europei – altro che total voetbal. Perché alla prima azione dopo il pareggio dei tedeschi, al minuto 68, il sogno dell’1-0 ungherese si trasformava in delirio ad occhi aperti. Andràs Schafer, mister nessuno, si lanciava di testa tra due difensori tedeschi (uno è Sané, letteralmente l’anti-agonismo) e Neuer, anticipandoli tutti e portando nuovamente in vantaggio gli ungheresi. Almeno fino all’84’ perché, ci sembra ovvio, in un calcio così povero di contenuti il vero miracolo, per chi ci crede, era già accaduto due volte. Andava bene così, i vinti avevano già vinto. E ai vincitori non sarebbe rimasta che una grande paura.

Gruppo MAGOG

Il calcio dei momenti e delle giocate estemporanee
Calcio
Gianluca Palamidessi
29 Ottobre 2023

Il calcio dei momenti e delle giocate estemporanee

Cosa ci ha detto la 10a giornata di Serie A.
Sacchi e il sessismo immaginario
Papelitos
Gianluca Palamidessi
10 Ottobre 2023

Sacchi e il sessismo immaginario

L'ennesimo caso basato sul nulla e tanto più pericoloso.
Dammi un solo minuto
Papelitos
Gianluca Palamidessi
04 Ottobre 2023

Dammi un solo minuto

La differenza tra Napoli e Real è stata nei dettagli.

Promozioni

Con almeno due libri acquistati, un manifesto in omaggio

Spedizione gratuita per ordini superiori a 50€

Ti potrebbe interessare

Santo Puskás
Ritratti
Diego Mariottini
02 Aprile 2020

Santo Puskás

In Ungheria il culto di Puskás sfiora il divino.
La Spagna gioca al ritmo di Sergio Busquets
Calcio
Marco Armocida
01 Luglio 2021

La Spagna gioca al ritmo di Sergio Busquets

Un giocatore insostituibile.
Dirk Nowitzki dalle tribù germaniche
Ritratti
Giacomo Amorati
15 Novembre 2018

Dirk Nowitzki dalle tribù germaniche

Con il sangue di Arminio nelle vene.
Boris Becker, sempre al massimo
Ritratti
Luca Capponi
30 Aprile 2022

Boris Becker, sempre al massimo

Bum-Bum è stato il prodigio del tennis mondiale, ora è sull'orlo della bancarotta.
Türkgücü München, preservare le radici
Calcio
Eduardo Accorroni
13 Ottobre 2021

Türkgücü München, preservare le radici

Una squadra turca che gioca in Germania.