Critica
27 Agosto 2024

Tutto il calcio è noia

Il football ha perso la sua innocenza, e noi con lui.

Quella che state leggendo è voce di uno che grida nel deserto [1], a poco più di ventotto anni compiuti (c’è senz’altro da preoccuparsi): il calcio mi ha stufato. L’aggiunta del pronome personale è per tenere al sicuro dalle accuse della folla un pensiero che ha una vocazione editoriale, e quindi si spera comunitaria, popolare. A proposito del titolo, una piccola specifica iniziale: scrivendo “calcio” in realtà ho in mente un certo tipo di fruizione dello spettacolo, che ha a che fare con la televisione in primis e con gli obblighi sociali e socio-lavorativi in secundis. In altre parole il calcio che noi redazione e voi lettori di Contrasti condividiamo a distanza ogni settimana.

Ebbene, questo calcio appare stanco. È un mondo in decomposizione, e non solo per la spasmodica offerta di sempre più partite e leghe – dalla Champions e dall’Europa League ampliate a mo’ di campionati al calcio arabo, facilmente fruibile dai nostri recettori televisivi –, ma anche e soprattutto per la ripetitività di certe formule o dichiarazioni, di dinamiche e narrazioni che non aggiungono nulla, semmai tolgono all’epica dello sport, alla sua congenita – ma ormai geneticamente modificata – imprevedibilità. Associato a quest’ultimo punto, c’è senz’altro quello della genuinità del gioco, sempre meno spontaneo quanto più si mostra al grande pubblico e si specializza ai malefici tecnici del caso.

Deve aver provato un sentimento simile, Marco Ciriello, scrivendo ad esempio, su Domani, che «l’abbondanza dei Giochi non è uguale all’abbondanza del calcio: [qui] non c’è mistero, l’eros muore perché sa cosa lo aspetta» – a proposito quindi della prevedibilità del gioco, tutto uguale a se stesso, sempre più tristemente già noto prima che l’evento sconvolga le nostre esistenze. E così un altro Marco, Piccirillo, sul Napolista, sottolinea che

«s’è consumato il passaggio di consegne tra i Giochi (brand naming perfetto) e la mestizia del pallone ordinario. Un brinamento dell’anima, da stato gassoso a terribilmente solido. Una mattina mi son svegliato e ho cercato un vincitor, ma niente. Ciao Olimpiadi, bella ciao».

Ecco, bella questa formula: la mestizia del pallone ordinario, la chiama Piccirillo. È un sentimento difficile da esprimere, questo brinamento dell’anima, ma le metafore aiutano ad avvicinarsi. Rimaniamo nel metaforico, infatti, perché poi le partite continuiamo a vedercele, allo stadio continuiamo ad andarci, al bar di calcio continuiamo a parlarne. Ma sempre meno, o comunque con sempre meno entusiasmo e fanciullesca felicità.

Qualcosa, per chi è cresciuto a pane e pallone, si è rotto, ma è difficile definire questa rottura, perché noi stessi siamo tra le crepe – e d’altra parte, il continuare a vedere e vivere di calcio può banalmente essere conseguenza di un’abitudine talmente radicata da rendere quasi impossibile una diagnosi di questo tipo, un meccanismo simile a quello delle dipendenze in fondo.


[1] Isaia 40,3

Contrasti ULTRA

Dopo sette anni lanciamo la nostra sfida. E chiediamo il vostro sostegno per farlo. Contrasti ULTRA, il piano di abbonamenti della rivista, è lo sbocco naturale di un progetto che vuole svincolarsi dalle logiche dei trend topic e del clickbaiting, delle pubblicità invasive e degli investitori invadenti. Un progetto che vuole costruirsi un futuro solido e indipendente.

L'abbonamento darà accesso ai migliori articoli del sito e ad una newsletter settimanale di lotta, di visione e di governo. Il vostro sostegno, in questo grande passo, sarà decisivo: per continuare a rifiutare i compromessi, e percorrere fino alla fine questa strada - lunga, tortuosa, solitaria - che ci siamo scelti. Ora e sempre, il cuore resterà il nostro tamburo. Grazie.

Abbonati

Ti potrebbe interessare

Togliete i maledetti social ai calciatori
Papelitos
Gianluca Palamidessi
14 Dicembre 2020

Togliete i maledetti social ai calciatori

O insegnate loro come usarli.
Sostiene Cagnucci: il calcio è del popolo (ma tutto)
Papelitos
Niccolò Maria de Vincenti
21 Marzo 2018

Sostiene Cagnucci: il calcio è del popolo (ma tutto)

Il direttore de Il Romanista si scaglia contro i prezzi del Camp Nou: gli diamo ragione, ma non su tutto.
L’arte di raccontare il calcio moderno
Interviste
Sebastiano Caputo
08 Novembre 2016

L’arte di raccontare il calcio moderno

Vice-direttore de "Il Giornale", direttore della rivista "Undici", si firma su "Il Foglio" con il nome Beppe Di Corrado. Abbiamo incontrato Giuseppe De Bellis, giornalista barese trapiantato a Milano, che ha ideato un prodotto editoriale raffinato che mescola scienza ed epica al servizio del calcio.
La feudalizzazione del calcio
Calcio
Marco Telluri
28 Marzo 2017

La feudalizzazione del calcio

Il denaro ha ormai definitivamente subordinato a sé il talento, comportando una sempre più tangibile polarizzazione tra club di prima e seconda fascia.
Sandro Ciotti, l’inconfondibile voce
Ritratti
Matteo Mancin
09 Novembre 2018

Sandro Ciotti, l’inconfondibile voce

L'uomo, l'artista, il professionista.