L'angolo del Brasile è tornato.
Signori, lettori, amici! Che bello ritrovarvi sono quasi commosso, come un lettore di Repubblica quando scopre sul suo giornale preferito che Sphen, il pinguino gay simbolo dello zoo di Sydney e icona dei diritti civili, è morto povero per eutanasia, con il suo partner che ha intonato al funerale un canto d’addio prontamente seguito da tutti gli altri pennuti, non specificato se omo o eterosessuali. Anche perché devo dirvi che questa estate si è rivelata piuttosto straniante, inopportuna, credo abbia segnato l’inizio di un qualcosa di nuovo di diverso, di lunghe estati insofferenti come i lunghi inverni pandemici, non so si percepiva qualcosa nell’aria è difficile da spiegare.
La gente era tutta in giro, viaggiava, fotografava, mangiava, fotografava, escursionava, fotografava, condivideva sempre più nevroticamente, quest’anno ad esempio la wave è stata Indonesia, Thailandia e quelle altre terre lì così esotiche ma talmente esotiche che ci stavano più turisti che locals sarà che vi siete sentiti furbi ad aver svoltato il volo a 700€ ma come voi ci sono stati altri migliaia di svegli ad aver avuto la stessa pensata. Siamo tutti e sempre vittime degli algoritmi amici ma guai a dirlo, nell’epoca ottusa del my choice quando noi in realtà non decidiamo nulla di niente, a partire da quando e come veniamo al mondo, ma che ne sapete voi della Geworfenheit e del (non) senso della vita.
Comunque vedendo su Instagram le vostre foto mentre davate da mangiare agli elefanti mi immaginavo l’amico/a il ragazzo/a a cui avete detto “prendimi nel momento giusto eh”, “no questa non va bene rifacciamola”, “si deve vedere la proboscide mentre afferra il mango!”, e insomma osservandovi che nutrivate i pachidermi e ascoltando i vostri racconti di viaggio, ho capito che c’era più nervosismo del solito nel voler dire a tutti quanto fosse stata bella l’esperienza, quanto vi avesse arricchito, che posti indimenticabili aveste visto, insomma ho notato che eravate più stanchi e meno motivati, in generale c’era più insofferenza questa estate tra la gente, e qualcosa mi dice che continuando così finiremo peggio di prima perché ormai quel modello delle experiences e del consumo lo abbiamo svuotato, ci sono solo ossa non rimane più ciccia non rimane più niente ed è questione di tempo prima che il consumo si autoconsumi.
Il banalissimo segreto è ovviamente la vecchia villeggiatura italiana, la vacanza lungo le coste o nelle campagne o nelle dorsali appenniniche o sui monti della nostra penisola ma voi siete troppo progrediti per capirlo, pensate di dover conoscere, girare il mondo, ampliare i vostri orizzonti, mangiare esotico (mio Dio quanto siete idioti) e allora per adesso riattacchiamo al lavoro più stanchi di prima e aspettiamo la prossima wave del prossimo anno – Sudamerica? Africa? Medio Oriente? Estremo Oriente?, agli algoritmi l’ardua sentenza. Se proprio vogliamo andare da qualche parte invece . . .