Interviste
15 Giugno 2025

Ha vinto il calcio moderno

Intervista a Lorenzo Contucci, l'avvocato dei tifosi.

Inizia la FIFA Club World Cup, negli Stati Uniti. Un mese di calcio estivo che nessuno pare voglia giocare veramente. La prima edizione di un torneo da svolgere ogni quattro anni, a 32 squadre, alternato con la formula dell’annuale FIFA Intercontinental Cup, a 6 partecipanti (in cui si sfideranno, invece, solo i vincitori delle Champions League delle sei confederazioni mondiali: Uefa, Concacaf, Conmebol, Adc, Caf, Ofc).

Buonina questa seconda competizione, magari sensata anche se abbastanza inutile (perché tanto vincono sempre le squadre europee: nelle ultime 17 edizioni, 16 vittorie europee e 1 sudamericana, per dire) – ma comunque razionale. Per quanto riguarda la prima, invece, il discorso si fa più complesso; direi ottuso, in realtà. Se la Fifa, che organizzerà i due tornei, aveva già mostrato la sua ebetudine, la sua torpidezza intellettuale, tra le altre scempiaggini, per esempio, con la Confederations Cup (competizione superflua fortunatamente abolita nel 2017 che riuniva le nazionali vincitrici delle competizioni continentali e del Mondiale con cadenza quadriennale) — stavolta, inventandosi questo abominio, ha messo in tavola e reso palese tutta la sua microcefalia.



La nuova competizione finalmente mi dà modo di utilizzare un termine che amo molto, cioè ‘buaggine’, che sta a significare propriamente la qualità di essere bue con riferimento alla proverbiale ottusità attribuita all’animale. Ecco, questa buaggine del Mondiale per Club vedrà la partecipazione di 32 squadre, così ripartite: 4 africane, le ultime tre vincitrici della maggiore coppa continentale e una dal ranking; 4 asiatiche, le ultime tre vincitrici della maggiore coppa continentale e una dal ranking; 4 nord/centroamericane/caraibiche, le ultime quattro vincitrici della maggiore coppa continentale; 1 oceanica, stabilita dal ranking; 6 sudamericane, le ultime quattro vincitrici della maggiore coppa continentale e due dal ranking; 12 europee; le ultime quattro vincitrici della maggiore coppa continentale e otto dal ranking; oltre a queste, la vincitrice del campionato nazionale del paese ospitante. Insomma: ranking, ranking, ranking.

Ma, badate!, non il solito ranking Uefa, stavolta si tratta del ranking Fifa. Infatti, per decidere le altre 8 squadre europee, per esempio, sarà determinante la classifica stilata grazie alle regole della federazione internazionale di calcio (dalla prossima edizione, perché per questa prima è stato utilizzato il ranking Uefa, però epurato dei punti totalizzati dalle squadre in Europa e Conference League, contemplando, cioè, solo la Champions). In realtà, quindi, non si tratta di una Club World Cup bensì di una sorta di Champions League su scala mondiale da disputare ogni quattro anni. Qualche problema? Nessuno. Peccato che si sia deciso di svolgere comunque, ogni anno, un torneo con caratteristiche simili, la Intercontinental Cup appunto.



Perché, allora, replicarlo ogni quadriennio facendo giocare squadre che, per forza di cose, dopo due, tre o quattro anni dalla vittoria della Champions continentale, saranno chiaramente diverse negli uomini, negli allenatori, nelle dirigenze e magari anche nelle presidenze? E soprattutto perché aggiungerci questa follia del ranking che permetterà a squadre che non hanno vinto niente di niente nel loro continente di partecipare a una Coppa del Mondo per Club, e magari di vincerla? Chiedete a Gianni Infantino.


Lorenzo Contucci sa di calcio e conosce bene il mondo delle tifoserie, forse più di chiunque altro in Italia. Si aggrappa alla memoria sperando in un futuro che, magari, inverta la rotta. La direzione che ha preso il mondo del calcio attuale non gli piace. Collezionista, un vero e proprio storico del tifo. Avvocato, difende spesso gli ultras – ne custodisce segreti e ne capisce l’indole. Per questo è la persona giusta per dirci verso dove sta rotolando il pallone.

Sembra non esserci niente di più lontano dal tifo in generale e da quello organizzato in particolare, della Coppa del mondo per club FIFA. Con questa nuova competizione entriamo in una dimensione successiva del calcio moderno? Si potrebbe ipotizzare un nuovo slogan: ‘no al calcio post-moderno’?

Io penso che la lotta contro il calcio moderno sia persa. Non si può più tornare indietro. Anche gli slogan sono finiti. Il calcio attuale è qualcosa di completamente diverso da quello che conoscevamo. Spero che il Mondiale per Club negli Stati Uniti, articolato tra la fine del campionato e l’estate, sia un flop totale; spero possa fallire nel modo più misero possibile. Non so neanche con che spirito dei giocatori stremati da campionati intensi come quelli europei, ma anche da altre parti del mondo, possano affrontare una cosa del genere. In più, dal punto di vista del tifo, tutto è vanificato perché certamente non si può sostenere una vacanza negli Stati Uniti per un mese per seguire la propria squadra . . .

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