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25 Ottobre 2024

Il calcio femminile inglese alla prova dei transgender

Un caso nella FA rischia di causare un terremoto.

Forse il calcio femminile ha trovato la soluzione per avvicinarsi mediaticamente – e quindi economicamente, come auspicato dall’esperta in diritto del lavoro Alisha Lehmann, calciatrice della Juventus – a quello maschile: far giocare gli uomini, o perlomeno i nati XY, nelle squadre delle nate XX. È infatti notizia di qualche giorno fa, naturalmente sottaciuta dai nostri giornali, che in Inghilterra una calciatrice di 17 anni rischi fino a 12 turni di stop per aver chiesto ad un* colleg* transgender: « sei un uomo? ». L’FA, anziché rispondere, sta pensando di squalificarla per il solo fatto di aver osato chiedere.

Sul Telegraph, che ha riportato la notizia, viene aggiunto che la ragazza accusata dell’illecito sia pure autistica, come se questo dato – assolutamente secondario – mettesse l’FA in una posizione difficile, delicata (quale minoranza dobbiamo difendere?): cerchiamo di andare oltre, almeno noi. La domanda della ragazza autistica è una domanda perfettamente lecita, autismo o meno, anche perché l’avversari* in questione ha la barba.

Il caso, da mediatico, è presto diventato istituzionale in Inghilterra, grazie a quell’uomo dalla schiena dritta di Lord Triesman, ex presidente della Football Association, il quale ha dichiarato di essere «profondamente preoccupato» per il fatto che l’organismo di governo che era solito guidare «non stia offrendo alle donne e alle ragazze uno sport equo e sicuro» a causa della politica di consentire ai maschi biologici di competere nella categoria femminile.

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In una lettera fortemente critica a Debbie Hewitt e Mark Bullingham, rispettivamente presidente e amministratore delegato della FA, Lord Triesman, in carica dal 2008 al 2010 a capo dell’FA, ha sostenuto che l’approccio dei suoi successori non solo compromette l’integrità del calcio femminile, ma crea anche un’atmosfera in cui molte persone hanno paura persino di esprimere le proprie preoccupazioni. Questo secondo punto è naturalmente cruciale, e sottolinearlo una volta di più non fa male, anzi.

In un mondo che segue la strada del cancelletto, il buonsenso va sbattuto in testa agli asterischi.

«Sono profondamente preoccupato che la FA non stia garantendo a tutte le donne e alle ragazze un calcio equo e sicuro a causa della sua politica che consente ai giocatori maschi (quelli con cromosomi XY, ma un’identità transgender) di giocare nel calcio femminile», ha detto Lord Triesman.

Ancora: «Ciò ha portato a notevoli problemi di preoccupazione per le persone nel mondo del calcio e, a mio avviso, per la maggior parte dei parlamentari. Ci sono prove convincenti che mostrano come anche un singolo giocatore maschio trans-identificato possa avere un impatto negativo su un numero significativo di giocatrici. È preoccupante vedere che anche sollevare domande su questo può portare a misure disciplinari. Ciò significa che donne e ragazze non possono aspettarsi correttezza e non possono nemmeno sollevare una domanda se vedono un giocatore maschio che può o non può dichiarare un’identità transgender».

Poi la riflessione diventa tecnica: «Molti altri sport, tra cui atletica, nuoto e ciclismo, hanno, con qualche difficoltà, modificato le loro regole di ammissibilità per proteggere la categoria femminile e la sua integrità sportiva. Questo lascia il football come di gran lunga lo sport più grande a non averlo fatto. Come sport di contatto, suggerirei che i rischi sono evidenti». Triesman ha poi spiegato che sta cercando un disegno di legge di iniziativa parlamentare mirato a rendere illegale organizzare eventi sportivi che costringano calciatori geneticamente XY ad affrontare avversarie biologicamente donne, quindi XY.



Il provvedimento fa seguito alla lettera (del dicembre 2023) di oltre 70 parlamentari e membri della Camera dei Lord, tra cui Lord Triesman, che chiedevano un’azione urgente per proteggere le donne dai rischi di infortunio derivanti dal giocare contro nati biologicamente maschi. Dopo la rivelazione del Telegraph secondo cui almeno quattro squadre femminili della Sheffield and Hallamshire League si sono rifiutate di giocare contro Francesca Needham, un uomo transgender accusato di aver causato un infortunio a fine stagione a un avversario, i parlamentari hanno ordinato alla FA di «mostrare leadership» e dare concretezza alla riforma.

Nell’ultima parte della sua lettera, Lord Triesman ha anche aggiunto: «Ho capito che la vostra politica è in fase di revisione da un po’ di tempo e sarebbe bello sapere quali progressi sono stati fatti e cosa propone la FA per garantire che l’equità e la sicurezza siano completamente ripristinate per le giocatrici. Possiamo incontrarci per discutere? Sarebbe fantastico se poteste intervenire per garantire che nessuna donna o ragazza venga disciplinata per aver chiesto informazioni sull’equità o sulla sicurezza. Questa non è sicuramente una caratteristica dei nostri giorni e della nostra epoca». Le sue domande, per ora, sono rimaste senza risposta.

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