Calcio
04 Ottobre 2024

La lunga e infinita Liga

In Spagna il campionato non si è mai fermato per 18 giorni di fila (sic!).

Meno male che è finita. Oggettivamente non se ne poteva più ed era diventata una situazione parossistica, ingovernabile, una melassa continua che ha trasformato gli utenti e i tifosi della Liga in zombie: 18 giorni consecutivi con almeno una partita in programma, nemmeno ai mondiali ipergonfiati è mai successo, al massimo 13 giorni di fila di incontri. Dal 13 al 30 settembre invece il campionato spagnolo, da un venerdì a un lunedì, ha compiuto la metamorfosi perfetta del fùtbol. Già iper-spezzatinata di sua, la Liga è andata oltre, toccando un record che sarà difficilmente battibile, disputando 4 giornate e, appunto, almeno una partita al giorno.

Carne da macello, un enorme giorno della marmotta. Dove eravate il 13 settembre? Era un venerdì, in Italia si parlava ancora dell’affaire Sangiuliano-Boccia, la Serie A aveva disputato già tre partite, ma la Liga per farsi notare ulteriormente addirittura quattro, con un turno settimanale tra il 23, il 24 e il 25 agosto.

Per la cronaca è in testa il Barcellona, molti lo sapranno, sette vittorie e una sconfitta, sabato sera, quando i blaugrana sono crollati come un castello di carte, falcidiati da infortuni e presi in contropiede dall’Osasuna del delizioso Bryan Zaragoza, uno che non si sa bene perché l’anno scorso il Bayern Monaco fosse andato a pescare dal Granada.

C’è qualcosa di più distante dal Bayern Monaco di Bryan Zaragoza? No, appunto. Però a gennaio in uno degli affari più misteriosi dell’ultima sessione invernale i bavaresi si erano assicurati questo brevilineo trequartista andaluso per 13 milioni, mica bruscolini. Il gol di Zaragoza al Barcellona, il 2-0 saltando con un dribbling di suola il portiere Inaki Pena, è forse il gol del mese. L’avesse segnato chiunque altro, sai che titoli: e invece è solo Bryan Zaragoza.

Comunque sia: Barcellona in testa con l’infermeria stracolma, nel giro di due settimane ha perso Dani Olmo, Fermin Lopez, Inigo Martinez e, dramma vero sportivamente parlando, il portiere Ter Stegen, che si è rotto il tendine rotuleo del ginocchio destro e ha già finito la stagione (forse la carriera, tant’è che i blaugrana hanno virato sullo svincolato di lusso Szczesny). Gli infortuni in realtà sono solo uno degli aspetti meno evidenti di questa ingordigia calcistica iniziata, appunto, lo scorso 13 settembre con il 2-0 del Betis sul Leganes e che è finita lunedì sera con Villarreal-Las Palmas 3-1.



In mezzo si è giocato sempre, toccando momenti di pura ilarità quando nella settimana tra il 16 e il 22 si sono disputate partite di quattro giornate diverse: la terza, la quinta, la sesta e la settima. Che ci crediate o no, è andata proprio così.

Recuperi e anticipi, un altro turno infrasettimanale e partite a profusione, alla faccia della contemporaneità, con giocatori spremuti anche per quelle squadre non abituate a questo bailamme, tipo le neopromosse. Sembrava di assistere davvero a uno scherzo, ci è andato di mezzo persino il fantacalcio in salsa spagnola, con ciascun sito che ha deciso di affrontare questo mischione illogico in maniera diversa.

Il 16 settembre, posticipo della giornata 5: Rayo Vallecano – Osasuna, 3-1 per i padroni di casa in una partita che nei Paesi Baschi è stato trasmesso in diretta con il commento della televisione locale, in euskera. Si tratta di uno degli accorgimenti da parte della Liga in questa stagione, dare un contentino alle comunità locali probabilmente stufe dello spezzatino estremo, della serie “ho la nausea del calcio ma almeno sento la mia lingua“. E come nei Paesi Baschi anche in Galizia per il Celta Vigo e nella Comunità Valenciana.

17 settembre, sotto con Maiorca – Real Sociedad: anticipo del settimo turno, perché la Real aveva, settimana scorsa, l’Europa League mentre c’era l’infrasettimanale della Liga. Uno a zero per il Maiorca, gol di Abdon Prats, classico centravanti tutto grinta e poca tecnica, coi suoi baffoni hipster.

E il giorno dopo attenzione al capolavoro: Betis – Getafe, recupero della terza giornata, in programma alla terza giornata, ad agosto, ma all’epoca rinviata perché i sivigliani avevano il preliminare di Conference League.

Giovedì 19 settembre invece Leganes – Athletic Bilbao, anticipo anche questo della settima giornata, perché l’Athletic avrebbe avuto l’Europa League come i “cugini” della Real Sociedad. Non ve li diciamo neanche i risultati, ma capite che è stata una situazione davvero paradossale, alla faccia della contemporaneità. E poi venerdì, ormai canonico aperitivo della giornata.. numero 6, naturalmente. Alaves – Siviglia, quasi una presa in giro viste le contestazioni nei confronti della Liga e dei suoi orari assurdi da parte dei tifosi baschi, entrati più tardi in curva rispetto al fischio iniziale.

La settima giornata, quella anticipata tra il 17 e il 19 settembre, poi si è disputata tra martedì 24 e giovedì 26, da Siviglia – Valladolid a Celta Vigo – Atletico Madrid. Partite tutte regolarmente scadenti e inguardabili, uno spettacolo pietoso per quelli che ogni giorno ad esempio affollavano i bari come sempre si fa in Spagna da nord a sud. Valencia – Osasuna 0-0, roba da addormentarsi; Girona – Rayo 0-0, anche qua meglio soprassedere.

Una prece per il Girona, scusate, una squadra totalmente in balia di questo calendario senza senso. Nella passata stagione la bella rivelazione della Liga e ora un ammasso di giocatori che saltano da un aeroporto all’altro, si spaccano ogni due per tre e non vincono da 5 partite. Temiamo il peggio per i catalani, impegnati anche in Champions e travolti dalla modernità dopo aver perso sul mercato estivo pezzi da novanta come Savinho, Aleix Garcia o Dovbyk.

Trentuno partite in 18 giorni, più di 1.5 al giorno. Ha davvero ancora senso parlare di calcio in tutto questo? Il Betis e il Getafe hanno disputato 5 gare, una ogni 3.6 giorni. Esibizioni modestissime per entrambe, si vede lontano un miglio che fanno fatica queste due squadre e anche le altre, come no. Infortuni a parte c’è chi proprio come l’allenatore del Getafe, Bordalàs, ha dovuto seguire la partita contro il Barcellona (25 settembre) dall’albergo perché non si era sentito bene.

Avete presente Fantozzi quando ha le “allucinazioni audiovisive” ascoltando i leader dei vari partiti politici? “Decida DC”, “Pdup, Pdup”, “Pri, Pri”, eccetera. Uno sbomballamento senza senso, vissuto nei bar come se gli utenti, i consumatori della Liga, fossero dei sacchi per gli allenamenti da pugilato. Ha senso parlare di calcio davanti allo spettacolo agghiacciante offerto dal campionato teoricamente rappresentativo dei campioni d’Europa? Si è chiuso con Villarreal – Las Palmas, forte il Villarreal quest’anno con i tanti talenti a disposizione molti dei quali usciti dal settore giovanile. Ma a davvero qualcuno ancora interessa? Da oggi comunque si ricomincia.

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