Cultura
27 Marzo 2025

Il calcio di Fantozzi è molto semplice

Un viaggio nel tempo a 50 anni dall'uscita nelle sale del primo film.

Cinquant’anni fa, 27 marzo 1975, usciva nelle sale cinematografiche il primo “Fantozzi“. Ne sarebbero seguiti altri otto, di film sul ragioniere più famoso d’Italia, una maschera che è uno spaccato perfetto delle condizioni umane, lavorative e non, in famiglia e nella vita di tutti i giorni (soprattutto di noi italiani, ma forse non solo).

Inutile sottolineare l’importanza del personaggio inventato da Paolo Villaggio, summa di tutte le disgrazie del mondo, nella cultura pop italiana. A noi interessa rivivere il rapporto di Fantozzi rag. Ugo con il calcio, lo sport più mostruosamente popolare in Italia che nella saga ricopre un ruolo fondamentale. E lo facciamo con le scene più epiche riguardanti il pallone all’interno dei vari film.


Scapoli e ammogliati


Tutti noi abbiamo visto San Pietro sulla traversa della porta quando si è in debito d’ossigeno. Tutti noi abbiamo avuto un compagno di squadra che come Calboni (maglia rossonera, Milan, Foggia o Lucchese? quanti bellissimi meme con il geometra come protagonista) si bulla dopo aver fatto un gol anche stupido:

Ué, ho fatto gol, ué ho fatto gol!“.

Puccettone, puccettino, Fantozzi che in quella stessa partita liscia la palla che gli appoggiano per una punizione a due e fa un volo tremendo. Un volo diventato anche quello meme, copertine di videogiochi inesistenti ma che sarebbero bellissimi.

“Portiere!”, quando il rag. Ugo tenta un improbabile retropassaggio di testa che invece finisce in rete, allo stesso modo del suo rinvio agghiacciante. Retropassaggio di testa, ma perché il portiere non la prende con le mani? Nel 1975 qualsiasi retropassaggio in realtà poteva essere preso con le mani, la melina insopportabile comunque sempre meglio di certe perdite di tempo odierne.


Filini e la radio in bocca


“Scusi, chi ha fatto palo?”. Più che una domanda, uno stile di vita. “E orientamela”, la radio, dice Fantozzi a Mariangela e Pina mentre vola con la sua Bianchina in una Roma desertificata dalla partita di calcio tra Inghilterra e Italia, ne “Il secondo tragico Fantozzi“.

“Sono 150 anni che non assisto a uno spettacolo simile”, ringhia Nando Martellini esaltato dalla prova gagliarda (e inesistente, vale ricordarlo) degli azzurri. Fino a quando un “Palo!”, fa sobbalzare il rag. Ugo alla guida, la frenata, il vetro rotto per acchiappare un’informazione e un pugno in faccia come risposta. “Colpito da McKinley”, prosegue intanto la radiocronaca.



Obiettivo della serata, un film cecoslovacco con i sottotitoli in tedesco. “Calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato, rutto libero“. Una situazione quasi intima, da godersi mentre sua figlia Mariangela gli vorrebbe far vedere il vestito nuovo, probabilmente per la prima comunione.

Ancora più spettacolare però è la perquisizione prima della proiezione di quella che poi sarà la replica della “Corazzata Potemkin”. Perché tutti, il popolino degli impiegati, ha cercato un modo di vedere o di ascoltare la partita alla faccia di Guidobaldomaria Riccardelli e della maledetta pellicola. “Incinta di nove pollici”, e alla signorina Silvani viene requisito un televisorino; e Filini, che sta per farla franca, è costretto ad aprire la bocca, dove una radiolina sta gracchiando.

Nessuno in realtà guarderà davvero il film, perché tutti bene o male avranno notizie su Italia-Inghilterra, 20-0 con “gol di Zoff di testa su calcio d’angolo”, ed è bello crederci.


“Kempes, parato!”


Passano quattro anni e un nuovo film, “Fantozzi contro tutti“, quello della Coppa Cobram di ciclismo. Il ragioniere è più incazzoso, il tono del film è cambiato, la Pina stessa è cambiata (da Liù Bosisio a Milena Vukotic, stellare a proposito l’inizio in cui Fantozzi finge di non conoscerla), ma c’è un’altra partita di calcio protagonista: Argentina-Italia. L’ennesima rivincita, peraltro.

Anche qua il preparativo è simile a quello di Italia-Inghilterra, (poltrona, tavolinetto, vestaglione, birrone gelato, rutto libero) con un pregresso diverso. La Pina gli ha portato gli spaghetti “al dente”, come da richiesta del ragioniere, e quando Kempes sbaglia un rigore se li becca in faccia dopo inevitabile gesto dell’ombrello di Fantozzi verso l’attaccante argentino: “To’ Kempes, parato!”, irresistibile istinto del tifoso della nazionale che parla al televisore (“Bettega”, “Causio coi suoi numeri”, “Benetti che è una belva”).

Piccolo problema, la Pina ha una notizia importante da dargli. “No, non dirmi il risultato della partita!”, teme Fantozzi, visto che la trasmissione è in differita. No, sua moglie si è innamorata di un altro uomo, gliel’ha gridato addirittura in faccia al marito, ma Fantozzi era talmente preso dal calcio che le ha risposto malamente: “Ecco, ora l’hai detto e vai, che c’è la partita”. L’ha vista pettinata, ha sentito il suo profumo, deve ancora sospettare, visti i quintali di pane presenti in casa, che è Cecco, il figlio del fornaio interpretato da Diego Abatantuono.

Finita? Macché. Al 21′ del secondo tempo “Fantozzi finalmente realizzò”, minaccia gesti estremi finendo con l’inforchettarsi da solo. E non sapremo mai com’è terminata Argentina-Italia.


“That win the best”.


“Superfantozzi”, una summa teologica quasi del fantozzismo nel corso dei secoli. Nostra scena preferita, la gara di canottaggio con Fantozzi che si perderà nelle fogne romane fino a terminare nell’oceano, ripescato dal Titanic.

Arrivato ai giorni nostri il ragioniere è sempre un grande appassionato di calcio, dopo essere stato crociato, aiutato e poi turlupinato da Robin Hood, rivoluzionario francese, umiliato dalla storia, ecco l’opportunità di una bella e tranquilla partita da vedere allo stadio: Italia-Scozia. Naturalmente assieme a Filini.

fantozzi calcio
Villaggio nella gag della polenta durante le riprese a Courmayeur

I due vogliono socializzare, “Ecco i nostri leali avversari”, e Fantozzi si affaccia dal suo bus per salutare gli scozzesi al grido di “Win the best!”. Mal gliene incoglie, perché per due volte si becca un colpo di chiave inglese in testa. E no, non sono problemi di fiducia. Quelli sono hooligan, che trasformano il loro autobus in una specie di vascello pirata pronto per la battaglia, come in effetti succede.

E allo stadio, l’Olimpico di Roma, la gaffe è dietro l’angolo, con l’inno nazionale italiano suonato con la cornamusa in mezzo agli scozzesi. Ci vuole il telegiornale per sbattere il mostro in prima pagina (c’è Enrico Mentana a condurlo!), proprio Fantozzi, umiliato dalla Pina che lo sta vedendo sul piccolo schermo: “Mi fai schifo”.


Il mercoledì di coppa


Malinconico, “Fantozzi in Paradiso”, non solo perché il ragioniere muore. Qualche scena rimane impressa, comunque, in un quadro generale opaco e triste. Tra queste, la sera dell’anniversario di matrimonio con la moglie, in cui la Pina e il resto della famiglia (Mariangela, la nipote Ughina) gli hanno preparato una grande festa, con torta e palloncini.

“Buon compleanno!”, gli gridano mentre torna a casa. Ma l’obiettivo del ragioniere, arrivato con la solita Bianchina e il solito cappello, ormai in pensione non è festeggiare, c’è qualcosa di più importante che lo porta a sventrare tutti i festeggiamenti: “Il mercoledì di coppa!”. Telecomando e poltrona, via tutti i palloncini e sotto con quella che appare essere Milan-Göteborg, la celebre partita del poker di Van Basten con incluso gol in rovesciata.

“Silenzio assoluto, per 90 minuti non voglio sentir volare una mosca”. Niente frittatona o rutto libero, piuttosto un salutare “Timballo di tortellini”. E quando la Pina gli ricorda che è il giorno dell’anniversario di matrimonio la reazione del ragioniere ormai in pensione è umana, troppo umana: “Ma proprio oggi, che c’è il mercoledì di coppa? Il mitico mercoledì di coppa, l’unica gioia della mia vita“.

La trattativa prosegue, niente audio ma rimane il video. Cena di fronte al televisore, Van Basten segna il primo gol, gesto dell’ombrello, Ughina nel frattempo chiede di venire a vivere con i nonni perché la sua famiglia sta per essere sfrattata, Fantozzi accetta alla cieca, basta che si levino tutti dalle scatole. Rimette l’audio, il Milan segna altri gol, “fa la ola da solo” fino a concludere in versione hooligan sfasciando la casa.

Come tanti anni prima, a situazione tranquillizzata, realizza. Lo hanno fregato, un’altra volta. Nel frattempo però ha passato una bella serata guardando la Champions League.  

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