Uno sguardo alla stagione degli sport invernali, che ha avuto il suo culmine nell'olimpiade coreana.
Stone, pierre, stein, pietra che in uno strano intreccio nello sport, sono allo stesso tempo sinonimi di inizio e fine: inizio della vera stagione ciclistica con le classiche monumento sul pavé, e fine della stagione invernale che proprio coi Mondiali di Curling vede il suo capolinea. Le pietre in alta montagna sono anche le ultime a comparire allo scioglimento della neve: là dove non crescono gli alberi, il bianco le ricopre già nella prima metà di ottobre, ognuna ogni anno ricompare – quasi risorge. Stessa e diversa forma, stesso e diverso colore, ma una nuova storia da insegnare: quello che la neve sciogliendosi tenta di portare via con sé, resta poi ricordo indelebile, impresso sulla roccia.
2 ori in due discipline diverse, Ledecka è nella storia degli sport invernali
Indelebili rimarranno le emozioni vissute durante il periodo delle olimpiadi diPyeongchang, momento topico della stagione con i trionfi di Ester Ledecka, ma anche i risultati di Martin Fourcade, Marcel Hirscher, Marit Bjoergen e tanti altri tra i quali i nostri campioni azzurri, che hanno levigato solchi profondissimi nelle pietre miliari dei Giochi coreani. Importanti lotte al vertice hanno poi animato le Coppe del Mondo generali di diverse discipline: nel Biathlon al maschile con il duello tra Fourcade e Bø, vinto dal primo proprio durante l’ultimo week-end di gare; ed invece è servita l’ultima gara a Makarainen per completare la sua rimonta su Kuzmina, con un finale così dolce che potrebbe far pensare ad un ritiro piuttosto vicino. Poi ancora Hirscher contro Kristoffersen nello Sci Alpino, dove più che una lotta vera per la generale si è spesso combattuto su campi di battaglia psicologici che hanno visto in molte occasioni il norvegese perdere la testa sotto le sassate dell’austriaco; oppure ancora Dukurs e Yun nello Skeleton, con il coreano che salta l’ultima tappa per preparare le Olimpiadi lasciando così la possibilità alla leggenda lettone di conquistare un altro successo da inserire nella sua già folta bacheca, se non fosse per una squalifica legata alla temperatura delle lame che consegna la classifica all’asiatico. Nello skeleton purtroppo il nostro atleta di punta in Coppa del Mondo, Mattia Gaspari, è stato costretto a saltare l’intera stagione per un infortunio alla caviglia.
Altre numerose lotte che hanno fatto da cornice ad altrettanti domini assoluti: Schiffrin nello Sci Alpino femminile, capace di vincere in quattro diverse specialità e dimostrando una superiorità a tratti imbarazzante per le avversarie specie nello Slalom Speciale.
La campionessa statunitense ha però fallito, almeno in parte, l’appuntamento più importante mancando la medaglia in Slalom Speciale, tradendo uno dei pronostici più scontati alla vigilia; anche la nostra Michela Moioli ha dominato per lunghi tratti la Coppa del Mondo di Snowboard Cross, e discorso analogo è da farsi per la saltatrice norvegese Maren Lundby e il saltatore polacco Kamil Stoch, che nella Tournée dei Quattro Trampolini è riuscito a conquistare tutte e quattro le prove confermandosi poi come leader nel finale di stagione nelle tappe norvegesi spesse volte andando a trovare salti clamorosi: vincendo serie su serie, con la miglior misura a volte partendo da stanga più bassa.
la tripletta di Bad Kleinkirchheim è uno dei momenti più alti degli ultimi anni per l’Italia sulla neve
Gli atleti italiani si sono distinti con un totale di 114 podi, in 11 discipline diverse, e 32 vittorie totali nelle competizioni di primo livello che rappresentano un ottimo bottino per la nazionale azzurra, nel complesso decisamente migliorata soprattutto nel computo delle vittorie, salite di ben undici unità. Lasciando i numeri che, pur rappresentando buona parte della realtà dei fatti, non possono descrivere per intero quello che è accaduto e analizzando in maniera generale l’inverno appena finito, sono molte le note positive, anche se qualche stonatura a volte piuttosto pesante deve necessariamente essere nuovamente riportata all’armonia.
Lo Snowboard insieme allo Sci Alpino femminile e al Biathlon ormai da almeno due stagioni sono un punto fermo e una miniera importante di risultati per lo sport italiano della neve.
I ragazzi dello snowboard con una crescita continua, grazie anche all’interesse che sale verso la disciplina, regalano a tutti gli appassionati italiani una stagione d’oro grazie a Moioli leader mondiale del movimento dello Snowboard Cross, oro in Corea, e in generale capofila di tutto il movimento su tavola italiano, ma anche a Visintin, Perathoner, Godino, Brutto, Fischnaller e Coratti che nella stagione hanno conquistato importanti risultati.
Lo Sci Alpino femminile continua nel suo momento magico: la tripletta di questa stagione nella discesa di Bad Kleinkirchheim a gennaio, non può che essere incisa su una delle pietre più maestose delle montagne, ma le vittorie e i podi sono frutto, oltre che di una buona dose di talento, anche di un perfetto clima in squadra, palesato soprattutto nei video divertimento sui social network. Il successo di Goggia nella discesa olimpica e della Coppa di specialità nella medesima disciplina, è uno dei più grandi premi ad una ragazza con la storia scritta su una di quelle pietre impossibili da scalfire: un diamante.
È di Dominik Windisch nella sprint del Biathlon, la prima medaglia azzurra a PyeongChang
Infine la stagione maiuscola del biathlon italiano che ha conquistato podi in ogni settimana di gara comprese due medaglie olimpiche: la costanza di rendimento è arrivata tanto dal movimento femminile quanto da quello maschile con una crescita di rendimento importante soprattutto per un redivivo Lukas Hofer. Anche in questo caso la squadra è costruita su un gruppo molto unito: gli esponenti di “seconda fascia” come Bormolini, Chenal e Montello tra i maschi e Sanfilippo, Runggaldier e Gontier tra le femmine hanno fatto la differenza nei format collettivi. Grande nota di merito va fatta per Dorothea Wierer e per Lisa Vittozzi, in grado oltre che di mantenere una costanza di rendimento non scontata, soprattutto di confermare l’Italia come l’underdog di ogni evento, Wierer con la sua seconda miglior stagione di sempre, e Vittozzi con un’annata che promette solo bene per il biathlon azzurro.
Per quel riguarda lo sci di fondo maschile: il solito Pellegrino non può essere sempre e solo l’unico porto sicuro a cui attraccare per non annegare. A tratti si sono visti buoni segnali nel finale di stagione da Rastelli, De Fabiani e Salvadori che però hanno bisogno di più continuità. Anche alcune scelte inspiegabili da parte dei tecnici hanno bisogno di risposta: non è possibile non presentarsi nella 50km di Oslo Holmenkollen, gara simbolo della disciplina. In campo femminile si naviga a vista; spesso abbiamo avuto difficoltà a piazzare anche solo una atleta in zona punti. Si accendono ora le speranze per la nuova generazione, le giovani, guidate da Anna Comarella, dalla prossima stagione devono iniziare a crescere di rendimento.
Dopo le due medaglie di Sochi, Innerhofer stecca l’appuntamento con l’olimpiade coreana
Come dimenticarsi poi del settore maschile dello Sci Alpino dove la vecchia generazione inizia silenziosamente a far la ruggine e non si vedono giovani all’altezza della situazione, tolto forse Vinatzer ancora però tutto da scoprire in un panorama come quello della Coppa del Mondo. Le parole di Innerhofer dopo i Giochi “I giovani dormono in piedi. Manca la squadra e i ricambi” sono abbastanza emblematiche del clima di confusione.
Anche la Combinata Nordica di sicuro non ha vissuto un inverno facile che ha visto l’uscita di scena, ancor prima di iniziare, di Samuel Costa che l’anno precedente aveva raggiunto uno status da primi 15 di Coppa del Mondo; Pittin nel salto ha trovato qualche buon segmento a metà dicembre, che gli ha permesso di ritornare sul podio, per poi spegnersi alla distanza nonostante la condizione sugli sci sia sempre rimasta di grande livello e che gli ha permesso di chiudere con la 26esima pizza finale nella classifica di Coppa del Mondo e la palma di miglior fondista del circuito. Buona l’esperienza fatta da Denis Pavolari e soprattutto Aaron Kostner giovani che in prospettiva potranno togliersi belle soddisfazioni. Il Salto femminile quanto quello maschile ha vissuto una stagione negativa nonostante i buoni risultati nel circuito estivo; la crescita di Insam sembra essersi arrestata mentre le sorelle Malsiner raccolgono meno di quanto ci si potesse aspettare.
Il gap con le altre nazioni, che investono tanto in questa disciplina e hanno anche una tradizione più importante rispetto alla nostra, diventa sempre più grande e ci si chiede cosa c’è da fare per riformare una disciplina che alla fine non porta nulla, se non ripartire da zero, dai bambini, cambiando la direzione dei fondi dedicati alla disciplina.
Negli sport del budello, se la crisi del bob è ormai conclamata, lo slittino per la prima volta dopo sei olimpiadi non ottiene medaglie.
La FISG è invece una delle federazioni che negli ultimi anni ha lavorato meglio e lo ha fatto su tutti i fronti. Il Mondiale di Pattinaggio di Figura ha avuto un successo incredibile per essere quello nell’anno olimpico, e risultati degli italiani sono stati di livello, peccato solo per Carolina Kostner che non ha suggellato con una medaglia una carriera tanto vincente. Oltre alla sua stella hanno brillato per l’ultima volta al Forum Anna Cappellini e Luca Lanotte che hanno già annunciato il ritiro dalla propria carriera agonistica, e hanno poi dato spettacolo come loro solito Valentina Marchei e Odrej Hotarek, mentre ci hanno fatto sognare per qualche minuto Matteo Guarise e Nicole Della Monica che per poco hanno accarezzato l’idea del podio finendo quarti. Matteo Rizzo è sicuramente il nostro uomo di punta per il futuro e l’esordio della giovanissima Elisabetta Leccardi rappresenta una vera boccata d’ossigeno in prospettiva futura.
Il movimento dello Short Track grazie alle imprese di Arianna Fontana ha avuto un’importante cassa di risonanza mediatica per una nazione che deve confrontarsi contro mostri sacri della disciplina e con numeri superiori, come Corea, Cina e Canada.
Vanno fatti tutti i complimenti del caso ai tecnici che hanno guidato la preparazione in modo chirurgico in vista dell’appuntamento clou della stagione. La missione ora è quella di creare un movimento il più possibile stabile per toglierci ancora grandi soddisfazioni. La stabilità del movimento piano piano sta crescendo per quel che riguarda il Pattinaggio di Velocità dove da almeno due stagioni a questa parte stiamo crescendo in maniera piuttosto netta e la splendida medaglia di bronzo alle olimpiadi di Nicola Tumolero deve essere il miglior incoraggiamento per continuare sulla buonissima strada tracciata quest’anno. Le pietre hanno iniziato un lungo viaggio durato tutto l’inverno e ora lo chiudono con i Mondiali di Curling dove i quartetti italiani ancora una volta non hanno sfigurato portando a casa buone partite, emozioni ed esperienza che potrà essere utile già dalla prossima stagione sognando la finale mondiale proprio all’ultima stone, pierre, stein, pietra.
Da Ledecka alle Coree unite, dal record di Fourcade alla Russia dimezzata e disobbediente; un lungo viaggio all'interno di ogni disciplina dell'Olimpiade appena terminata.