Papelitos
26 Gennaio 2024

Gravina è assediato anche in Europa

La norma anti-Superlega può essere contraria al diritto UE.

«Chi aderisce alla Superlega va fuori da tutto». E ancora: «Esiste una norma federale per la quale chi aderisce a quel mondo esce dal sistema federale del calcio. L’adesione resta libera, ma noi già stiamo lottando al nostro interno sulle date a disposizione per il campionato». Vi ricordate le parole di Gabriele Gravina appena uscita la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sulla Superlega? Noi benissimo, e appena lette subito abbiamo storto il naso, chiedendoci se e come – dopo una sentenza del genere – il presidente della FIGC potesse dichiarare ciò, e soprattutto dare seguito a quegli intenti.

Il 21 dicembre 2023, infatti, la suddetta Corte ha stabilito che le norme FIFA e UEFA sull’approvazione preventiva delle competizioni calcistiche tra club, come la Superlega, sono contrarie al diritto dell’UE. Insomma, niente e nessuno può impedire ad un club la libera partecipazione ad una nuova competizione, e questa eventualmente non può rappresentare un motivo di esclusione. Una sentenza abbastanza chiara, un pò per tutti tranne per Gravina, che adesso rischia di dover scontare il pugno duro ostentato sul tema.

Il 18 gennaio infatti Toine Manders, eurodeputato olandese del Ppe, ha presentato un’interrogazione al parlamento europeo (che sarà a breve oggetto di discussione) dal titolo eloquente: “Criteri della Federcalcio italiana in violazione della sentenza della Corte di Giustizia Ue nella causa C-333/21”. Sostanzialmente, il deputato ha chiesto delucidazioni sulla norma della FIGC (introdotta in realtà già nel 2021), che compare nero su bianco nel documento riguardo alle Licenze Nazionali 2024/25 approvato a dicembre dal Consiglio Federale.


D’altronde «la Corte ha stabilito che l’organizzazione di competizioni calcistiche interclub è un’attività economica che deve rispettare le regole della concorrenza e le libertà di circolazione. Le norme Fifa e Uefa che approvano, controllano o sanzionano i tesserati che partecipano ad altre competizioni, come la Super League, sono una restrizione illegittima alla libertà di fornire servizi». Così Manders ha chiesto:

«La Commissione concorda sul fatto che i criteri della FIGC sono contrari al diritto della UE? Intende prendere le misure necessarie per avvisare la FIGC di questo comportamento illegale? Quali azioni intende intraprendere se la FIGC, anche dopo essere stata allertata, non rispetta il diritto della UE?».

Toine Manders all’Europarlamento

Ecco insomma che la norma rivendicata da Gravina (vice presidente anche della UEFA), e pensata per mostrare a Ceferin il massimo impegno italiano per la tutela della UEFA, sarebbe da considerare illegittima. Norma che, ricordiamolo, prevede un impegno scritto da parte dei partecipanti alla Lega di Serie A «a non partecipare a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute da FIFA, UEFA e FIGC». E che era stata menzionata da Gravina stesso che così si era espresso: «Esiste una norma federale per la quale chi aderisce a quel mondo (la Superlega, ndr) esce dal sistema calcio»

La difesa di Gravina ha provato a battere su questo tasto, per il quale la FIGC non ha emesso sanzioni specifiche per la partecipazione alla Superlega, bensì introdotto un nuovo requisito per l’iscrizione ai campionati. Se un club italiano sceglie di unirsi alla Superlega, la Federcalcio si baserà sulla normativa interna, impedendo l’iscrizione e revocando l’affiliazione. Un tecnicismo burocratico che, tuttavia, lascia il tempo che trova: privare una squadra dell’affiliazione, come scrive La Verità riassumendo il punto di Manders e non solo lui, costituisce di fatto una sanzione più che un requisito. È proprio su questo punto che sarà chiamata a fare chiarezza la Commissione. Per il timore di Gravina e della FIGC.

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