Critica
24 Aprile 2025

Lele Adani collage

Una selezione del meglio ad opera del profeta del futbol.

Signori cari, buongiorno. Scusate l’assenza ma la vita da lavoratore è dura, seppure capisco che quella da calciatore possa essere pure peggio, per dirla con Bastoni. Comunque questa storia del Santo Padre mi ha fatto capire una cosa, posso dirvelo: un tempo dicevano ascolta le due versioni interpretazioni di una cosa e poi fatti un’idea no, sposa quella che più ti persuade lasciati convincere e così via ma ormai mi capita il contrario, cioè su ogni fatto dopo aver sentito le due campane spero si rompa il campanile stesso, più suona una più vado verso l’altra, prima che attacchi pure questa ovviamente e allora magari ritorno alla prima e poi alla seconda in un pendolo continuo che non si ferma mai perché c’è sempre un idiota che con la sua teoria proverà a convincermi del contrario.

Tipo, questa storia della sospensione delle partite: più leggo i progressisti che fracasanno i maroni con “lo Stato laicoh” più sogno una Nazione con a capo il Papa Re, alla cui morte l’Italia si fermi per dodici mesi con tanto di coprifuoco serale e divieto di contatti fisici effusioni e risate in pubblico; più leggo quelli che scrivono “giusto fermare tutto, la religione vale più di una partita, il cattolicesimo la Chiesa nella società il rispetto” più rimpiango il paganesimo col suo meraviglioso pantheon di divinità che poi furono accantonate per far spazio al nostro vecchio e caro monoteismo, primo grande artificio con cui un popolo a cui non si può che riconoscere un genio autentico ha lentamente disgergato l’Antica Roma dall’interno.

La verità, probabilmente, è solo che a nessuno frega niente, che il Cristianesimo in questo Paese ormai ha meno appeal del podcast di Fabrizio Corona (purtroppo) tant’è che la domenica di Pasqua, per la resurrezione di Nostro Signore, si è giocato senza problemi mentre il lunedì si è bloccato tutto per la morte del suo vicario senza che nessuno ne sentisse la necessità. Accettiamolo, piacerebbe anche a me una società che si fermi davvero per la morte della sua guida religiosa, sarebbe un segno di radicamento, cura, fede etc. etc. ma non è così, quindi tanto vale prenderne atto. Comunque, non voglio trovarmi impantanato in questa polemica quindi passo all’argomento del giorno.

Dal sacro al … ma che dico profano, proprio blasfemo!

Sì perché sembra passata una vita da quando, su questa magnifica rivista, il mitico nostro direttore cecchinava un Lele Adani ancora sulla cresta dell’onda. Era la fase in cui Lele dispensava lezioni tattiche, tecniche, psicologiche, esistenziali a un’Italia nel pallone che però lo ascoltava rapita, coinvolta, sembrava quasi una persona normale al tempo, di più, un professionista serio in grado di innalzare il livello dell’analisi sportiva. Incredibile a dirsi oggi.

Lele Adani oggi

Quel pezzo comunque, ora vi svelo questo insight riferitomi anche se non si potrebbe, è stato di gran lunga l’articolo più letto della rivista, tipo 500mila visite una cosa così e c’era addirittura un momento in cui digitando su Google “Lele Adani” la sua ‘triste parabola’ by Contrasti compariva prima della bio su Wikipedia – adesso non si trova più nemmeno a pagina 12, chissà perché, miracoli delle agenzie di deindicizzazione forse.

Poi – e questo nemmeno potrei rivelarlo, ma per mia fortuna c’è un patto di sangue per cui in questa rubrica non può essere cambiata neppure una virgola, pena la deflagrazione perenne del canto brasileiro di libertà – ebbene poi, una volta cacciato da Sky, il nostro direttore ha provato a contattarlo per un’intervista con un messaggio super carino in cui diceva che gli avrebbe offerto una bottiglia di vino davanti alla quale lui, Lele, avrebbe spiegato perché Bielsa era meglio di Allegri, e cose tipo che non intendeva attaccare la persona bensì il personaggio etc. etc. fatto sta che il nostro Lele, per tutta risposta, scrisse qualcosa del tipo “dovreste vergognarvi”.

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