Friedkin e Lotito: il derby della comunicazione è stravinto dal patron giallorosso.
A distanza di una pagina, i quotidiani nazionali edizione romana (Repubblica, Messaggero, Corriere dello Sport, etc.) affiancavano l’ennesimo record dei tifosi della Roma (bloccati sulla pagina web dell’acquisto biglietti contro il Leicester all’Olimpico) al solito, desolante scenario dei tifosi biancocelesti, anche loro in fila ma non per vedere Lazio vs Milan. Al contrario, per manifestare ancora una volta il loro profondo dissenso nei confronti della gestione Lotito (all’attivo ormai da 18 anni).
Chi vive lontano dalle vicende della capitale, sarà minimamente o nient’affatto toccato dall’attuale antitesi delle due tifoserie. Ma per chi vive a Roma, la frattura è netta e sentitissima. Secondo le stime più fiabesche – ma non per questo meno credibili – la corsa al biglietto per Roma vs Leicester (semifinale di Conference League) ha fatto registrare picchi di 130mila persone. Un numero sensazionale, ma plausibile, visto che in meno di 24h dall’apertura del botteghino lo Stadio Olimpico è stato riempito dai tifosi giallorossi in ogni ordine di posto. A Roma, sponda AS Roma, si respira davvero un’aria magica. Con buona pace di chi lo dava per bollito, non solo Mourinho ha dato alla Roma un’identità chiara e forte – un esempio nell’ultimo derby – ma ha riportato nella tifoseria un entusiasmo che non si assaporava in questa misura e con questa partecipazione forse dai tempi di Capello (non che la Roma non abbia vissuto altri momenti esaltanti, con Spalletti, Ranieri e Di Francesco in semifinale di Champions, ma qui parliamo proprio di coinvolgimento collettivo, di rito di popolo che porta a fare 65.000 presenze contro la Salernitana).
Al contempo, dare tutto il merito a José Mourinho sarebbe un errore imperdonabile. Il mago di Setubal, col suo carisma inimitabile, ha dato serenità e protezione ad un ambiente da sempre esposto a mille turbolenze. Ma è la società ad aver creato le condizioni ideali affinché Mou potesse esprimersi al meglio. Qui il discorso non ha nulla a che fare con questioni tecnico-tattiche, sia mai! Il modo in cui i Friedkin stanno lavorando è un modello da prendere e riproporre: la cura del tifoso ha nei prezzi dei biglietti (e negli abbonamenti) solo la ciliegina sulla torta. Prima c’è la comunicazione, impeccabile. Ci sono i social, utilizzati a meraviglia. C’è un mondo, per dirla altrimenti, che Lotito non conosce e non potrà mai conoscere.
I tifosi della Lazio, che scemi non sono, lo sanno e lo hanno capito. Le proteste contro Lotito ci sono sempre state. La più incredibile quella contro il Sassuolo del 2014, quando 50.000 tifosi biancocelesti cantarono per 90’ contro la presidenza. Recentemente, dopo il mercato di gennaio, un migliaio di tifosi si era recato a Formello per protestare pacificamente contro Lotito e Tare. L’ultimo capitolo della saga domenica 24 aprile. Tutti in poltrona, pronti ad assistere ad uno spettacolo triste: 11.000 tifosi del Milan invaderanno l’Olimpico, 10mila laziali partiranno da Ponte Milvio nel pomeriggio e marceranno in direzione dello Stadio, ma non entreranno in Curva. Saranno lì, ma nessuno li vedrà. Troppo alti i prezzi dei biglietti (40€ le curve, 60€ la tribuna popolare: ricordiamo che la Lotito non ha aperto la campagna abbonamenti).
“Lotito aveva già detto a inizio stagione che è un diritto quello di una società di avere un incasso maggiore nei big match. Non era obbligatorio continuare a seguire questa decisione. Conosco la tifoseria, non mi sembra un problema di soldi ma di pazienza finita, di paura indefinita del futuro”.
Mario Sconcerti a TMW Radio
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