Lo Sheriff Tiraspol dà una lezione al Real e ai (pre)potenti del calcio.
Non è passato molto tempo da quando Florentino Perez, dopo aver annunciato insieme ad Andrea Agnelli e 10 grandi club europei la nascita della Superlega, si presentava al Chiringuito per “giustificare” la bontà del progetto: «i giovani sotto i 24 anni (?), al 40% (??), non hanno interesse nel calcio perché ci sono molte partite di scarsa qualità e si distraggono con altre piattaforme. Il calcio deve adattarsi, ora inizieremo con tre paesi e cercheremo (???) di cambiare a livello mondiale questo sport per portarlo a un livello superiore».
Il Real, perdendo ieri sera in casa con lo Sheriff Tiraspol, paradossalmente ce l’ha fatta! Certo, il progetto Superlega è naufragato in un nulla di fatto, ma il livello (di attenzione) del calcio mondiale è stato davvero portato ad un livello superiore. Protagonista di una delle figuracce più brutte mai viste nella storia della Champions League, il Real Madrid di Carletto Ancelotti, pur tirando 13 volte verso la porta difesa da un eroico Atanasiadis, prima ha ripreso a fatica – con un calcio di rigore trasformato da Benzema – lo svantaggio iniziale (firmato Yakhshiboev), poi ha assistito inerme ad una prodezza da fuori area di Thill, letteralmente l’incarnazione di Eupalla in una notte in cui le divinità del calcio sedevano distratte al Parco dei Principi.
«La Champions è attrattiva solo dai quarti in poi, prima non interessa a nessuno. Ci sono squadre che giocano e non interessano a nessuno».
Florentino Perez, aprile 2021
È davvero umiliante, per noi, dover fare pubblicamente mea culpa. Pensavamo che Florentino si riferisse alle squadre tipo lo Sheriff Tiraspol, probabilmente parlava proprio del suo Real. Chissenefrega in effetti di una squadra che vuole giocare solo coi propri simili (meccanismo perverso e insensato, antisportivo e stupido) per poi perdere nei fatti in casa contro un club così poco conosciuto da mettere in crisi i giornalisti di mezzo mondo (non noi, che ve ne parlavamo qui più di tre anni fa). È moldava, lo Sheriff, o transnistric… come si dice? Vabbè, della Transnistria.
Tutto questo accadeva, curiosamente, all’indomani di una doppia-notizia-bomba. La cancellazione da parte dell’UEFA dei procedimenti contro Juventus, Real e Barcellona – tre club che attualmente, chi in casa chi in Europa, più che combattere nel calcio che conta trascinano i propri stracci logorati e umidicci – e la lettera di Andrea Agnelli agli azionisti del club bianconero, che tra le altre cose ridefiniva, tramite la filosofia della Superlega, il concetto di meritocrazia sportiva: «un concetto che non può basarsi esclusivamente sulle performance domestiche in ossequio a equilibri geopolitici e commerciali». D’accordo, ma allora perché ‘ste figure di *emme* anche in Europa?
Su AS, Tomas Roncero ha parlato di «schock total en el Bernabéu. Inexplicable». Quante cose inesplicabili stanno accadendo nel calcio dopo l’affaire Superlega. Il Lille che vince in Francia contro i gaspaperoni, il piccolo e autoctono Villarreal che incarta lo United dei Glazer portando a casa l’Europa League ai rigori, l’Italia di Mancini e Vialli che contro tutto e tutti, grazie all’unione amorosa di un gruppo di veri uomini, porta a casa un Europeo storico. E chi ne ha più ne metta, che noi siamo qui a crogiolarci nel nostro brodo di giuggiole. Esclusivamente fatto in casa, va da sé.