Italia 90, il "Calcio moderno" ed il principio della crisi.
Non esisteva un carnevale più colorato, una festa più divertente, oppure uno spettacolo tanto esaltante. Così appariva la partita agli occhi di un bambino negli anni Novanta. La settimana trascorsa in preda all’immaginazione e alla fantasia, quindi il batticuore alla vista dello stadio, poi le gradinate che si aprivano davanti, soltanto per lui, una volta salite le scalinate di corsa.
Se il primo sguardo era rivolto al tappeto verde, sul quale i colori delle maglie dei suoi campioni creavano l’effetto più vivido ed inconfondibile del mondo, la seconda occhiata volgeva alla curva di casa, dove i cori tonanti, i bandieroni, i tamburi ed i fumogeni creavano un’atmosfera di assoluta magia. E ancora le torce lanciate ai gol come stelle filanti, le nere confezioni di Borghetti sulla pista ed ovviamente le proibite parolacce dedicate agli ospiti, da cui bisognava assolutamente astenersi e soprattutto non replicare a scuola. L’esaltazione si esauriva solo il giorno successivo quando, tra i banchi e nel cortile, si rivivevano le prodezze ed i ricordi si custodivano in attesa della prossima partita.
L’ultimo decennio del calcio del Novecento si apre con il torneo iridato, ospitato proprio nel Belpaese, dove si approfitta della cascata di fondi pubblici per rammodernare gli stadi e soprattutto rimpinguare le tasche di amici e parenti, implementando il peggiore dei modi di “fare impresa” nostrani.
Infatti, l’alba successiva alle Notti Magiche rivela la superficialità degli interventi manutentivi, che riporteranno l’arretratezza degli impianti italiani al centro del dibattito pubblico, nemmeno trascorse due decadi. Ad ogni modo si registra la delimitazione fisica dei settori per i tifosi ospiti, dove sono seguiti con particolare attenzione i sudditi di Elisabetta II, relegati a Cagliari durante la fase a gironi del mondiale. Tale gestione è volta da un lato a limitare il raggio d’azione degli Hooligans, vogliosi di sfogarsi dalla repressione interna propugnata dal governo Thatcher, dall’altro ad evitare il più possibile i contatti con i gruppi ultras italiani, nelle cui menti sono indelebili le immagini della strage dell’Heysel.