Papelitos
29 Settembre 2021

Moriremo di moralismo

Lasciate in pace Nicolò Zaniolo.

Zaniolo non è stato squalificato. Una (ridicola) ammenda di appena 10mila euro e la storia si è conclusa. E menomale, aggiungiamo noi. Il giocatore della Roma non è il primo ad aver “rivolto ai sostenitori della squadra avversaria un gesto di sfida volgare”, come scrive il giudice sportivo nel comunicato in cui viene riportata la multa. E di certo non sarà l’ultimo calciatore a farlo. Per i pochi che se lo fossero perso, Zaniolo è stato colto in fallo (in tutti i sensi) dall’occhio di una videocamera presente allo stadio domenica sera (probabilmente quella di Anna Falchi, giusto per rendere il tutto ancor più assurdo).

Noi, forse esagerando ma senza alcun tipo di ipocrisia o buonismo, ci permettiamo di dire che è stata la miglior giocata della partita. La stessa che fece entrare Simeone nel cuore dei tifosi biancocelesti in un derby di vent’anni fa. Il colore della maglia quando accadono certe cose non ha alcuna importanza, è l’importanza del gesto ciò che conta. Se parliamo di educazione ed eleganza allora il ragazzo ha sbagliato, se parliamo di Derby tra Lazio e Roma, il ragazzo ha fatto bene (soprattutto alla luce di certe testimonianze d’amore che il tifo biancoceleste gli ha riservato da due anni a questa parte). Alla stampa generalista che ha immediatamente condannato Zaniolo per il “terribile gesto” suggeriamo di continuare ad occuparsi dell’ultima fiamma del ragazzo. Qualcuno ha detto che ci vorrebbe “la VAR per questi episodi”, qualcun altro che il numero 22 della Roma ha sbagliato in quanto esempio per i più piccoli (gli stessi che su internet possono godere di qualsiasi porcheria).

Il puritanesimo ha rincoglionito l’occidente.

Nessuno però ha riflettuto sul fatto che un atteggiamento simile rappresenta una doppia vittoria: sia per i laziali che per i romanisti. Per i primi ovviamente perché non è altro che un ottimo pretesto per continuare a sfottere i cugini (una reazione del genere rappresenta la “rosicata” per eccellenza, se arriva dopo una sconfitta). Per i romanisti perché un loro giocatore, nonostante un derby perso, ha dimostrato di essere in grado di uscire dal campo con un’arroganza fuori dal comune. Tipica di quei personaggi che ami alla follia se sono nella tua squadra e che odi con tutto il cuore se hai contro. E vissero tutti felici e contenti.

Quasi tutti. Durante il derby di Roma si ha solo un compito: entrare in campo con la bava alla bocca, dare tutto per la vittoria, per se stessi, per i tifosi per la città. Mostrare gli attributi all’avversario fa parte del gioco. Il calcio non è una cena di gala. È sport di popolo e per questo viva tutti i gesti scorretti che possono esaltare le tifoserie. Di bravi ragazzi alla Claudio Marchisio ne abbiamo pieni i coglioni (a proposito di attributi). Viva la visceralità di Zaniolo. Viva Nicolò che a 20 anni proprio non deve essere l’esempio di nessuno. Permetteteci di chiudere con una speranza. Ci auguriamo che Maurizio Sarri, prima del prossimo derby, mostri nello spogliatoio il video di Zaniolo. Ne vedremo delle belle!

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Giocatore, allenatore, giornalista, dirigente. Dottore del calcio italiano.