Calcio
08 Novembre 2022

La Liga è su Snapchat, i tifosi allo stadio

Una nuova fruizione del prodotto calcio.

Tutto cominciò con uno sforzo d’immaginazione: la voce alla radio raccontava l’azione e il gol con le persone a casa provavano ad immaginare la scena. Se non eri tra i fortunati seduti sui gradoni di marmo dello stadio la radio era l’unico mezzo per vedere e sapere tutto. Erano i tempi in cui “Tutto il calcio minuto per minuto” entrava nelle case dei tifosi italiani ansiosi di conoscere il risultato finale, di sapere chi aveva segnato, come aveva giocato la propria squadra del cuore e come erano andate le sue rivali. Poi è arrivata la televisione e la nascita della generazione “90° minuto”, quella che aspettava la domenica pomeriggio, quando ancora le partite si giocavano contemporaneamente, per vedere le prime immagini.

Basta lavorare di fantasia, adesso il colpo di genio oppure di fortuna, il guizzo del centravanti oppure l’errore del difensore potevano essere visti e rivisti.

L’avvento delle televisioni pay per view ha ancora una volta cambiato ogni cosa: le partite tutti i giorni a tutte le ore, le immagini in diretta dagli spogliatoi, le interviste pre e post partita, campionati interi gestiti dalle necessità dei palinsesti televisivi. È la necessità di fare show ad avere la meglio sulle esigenze dei tifosi, ma anche lo spettacolo cambia mezzo, viaggia sempre più veloce su piattaforme e applicazioni. DAZN (tra mille difetti) insieme agli altri colossi dello streaming ha stravolto ancora di più il mondo del pallone: si può vedere il calcio su qualsiasi dispositivo, in qualsiasi momento e ovviamente in qualsiasi luogo. Ma se siete tra quelli che pensavano che le novità fossero finite, o che almeno ci volesse tempo prima della prossima rivoluzione, la notizia che arriva dalla Spagna apre nuove scenari.



La Liga spagnola sarà il primo campionato a trasmettere i suoi gol su Snapchat, celebre social network di messaggistica. Grazie ai suoi 347 milioni di utenti giornalieri nel mondo, Snapchat è uno dei social più diffuso tra i giovanissimi. Per ora sulla piattaforma, all’interno di uno show chiamato La Liga Showtime, disponibile su Snapchat Discover, saranno trasmessi gli highlights di Real Madrid e Barcellona, gli archivi storici, i dietro le quinte, i gol più belli e le parate migliori. Tramite l’account SnapStar della Liga, saranno caricate storie, cameo, bitmoji, filtri speciali, sticker e lenti in realtà aumentata. Per una “nuova fruizione calcistica”.

Radio, televisione e adesso cellulari e tablet: il calcio dove vuoi e quando vuoi, ma più che altro il calcio in pillole perché i giovani della “Generazione Z”, così almeno dicono, sono più interessati al meglio di, ai gol, alle giocate spettacolari e alle curiosità piuttosto che ad un racconto completo del mondo del pallone. Godersi le cose più interessanti il più velocemente possibile, succhiare la linfa di una partita eliminando i tempi morti, le azioni inutili e rimuovendo il grande spettro che si aggira per le società moderne: la noia, e quindi l’angoscia. Così la scarsa soglia di attenzione investe tutto, modifica la fruizione stessa del calcio. La poesia lascia spazio alla tecnologia, un po’ come accaduto con la perdita di quel brivido del dubbio e della polemica del giorno con l’avvento del VAR e del fuorigioco elettronico.

E ciò che è peggio, un modello in cui la condivisione – o sarebbe meglio dire il consumo – di un evento viene sostituita dalla visione in solitaria (modello, peraltro, che non riguarda solo lo sport).

I tempi in cui le società si “mantenevano” con gli incassi dello stadio, gli sponsor oppure grazie a presidenti mecenati non sono mai stati così lontani. Il calcio oggi è industria, non solo dello spettacolo, e come tutte le imprese contemporanee non può fare a meno delle popolatissime piazze virtuali. Serve aprire nuovi mercati, raggiungere nuovi segmenti della popolazione; aumentare gli spettatori e soprattutto aumentare gli introiti. Il calcio è da anni, prima ancora della pandemia, un’impresa in perdita e tutto è utile se porta liquidità e nuovi clienti.



Dal canto sua la Liga, negli ultimi anni, ha lavorato molto per aumentare i suoi introiti: dal 2010 sino all’anno pre-pandemia i suoi guadagni hanno toccato quota 3,3 miliardi di euro e si stima che questi saliranno a 3,7 miliardi nella stagione in corso. Gli spagnoli poi, guidati dalla visione di Javier Tebas, hanno saputo sfruttare le potenzialità del web probabilmente meglio di chiunque, e oggi ne raccolgono i frutti in followers – quello spagnolo è il campionato, non a caso, con il maggior numero di seguaci sui social.

Anche perché se dal punto di vista tecnico i successi in Champions League di Real Madrid e Barcellona, vincitrici di sette delle ultime tredici edizioni, dal 2010 al 2022, rendono il confronto con il calcio inglese una lotta quasi impari (tre vittorie), dal punto di vista economico non ci sono paragoni tra le due leghe. La Premier League comanda con 7 miliardi di euro di introiti, seguita appunto dalla Liga e dalla Bundesliga tedesca. La Serie A è al quarto posto con 2,4 miliardi, sopra la Ligue1 francese con 1,6 miliardi. Quello dei social è allora un mercato aggredibile, dalle potenzialità enormi, che si rivolge a un pubblico sterminato in un “nuovo modo di fruire lo sport” – parola di Alejandro Arenas, rappresentante di Snapchat, che aggiunge:

«pensiamo che Snapchat stia trasformando il modo in cui i fan vivono il calcio».

Ad oggi tuttavia la magia e il romanticismo degli stadi, nei quali i tifosi sembrano essere tornati come qualche anno fa, non hanno perso la loro forza nonostante la divisione (o moltiplicazione) nelle varie piazze virtuali. Questo perché il vero tifoso è tutt’altra cosa rispetto al consumatore di calcio, e non si accontenterà mai di un video di pochi secondi da vedere sul suo cellulare mentre viaggia in metropolitana oppure in autobus. Il tifo è invece un’esperienza religiosa, totalizzante, esclusiva; l’ultima grande narrazione collettiva rimasta. L’augurio che ci possiamo fare, allora, è che nei prossimi decenni il tifoso non si trasformi in un “fan di calcio”, e resti invece al proprio posto: magari un seggiolino di plastica mezzo rotto o un freddo (ma solo in apparenza) gradone di marmo.

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