Motori
22 Gennaio 2025

Hamilton a Fiorano, è di nuovo Domenica

Il viaggio del Pellegrino, tra sacro e profano, si è compiuto.

La storia è qui, si scrive qui. In Italia, tra le case di campagna, i campanili e le colline modenesi, a Maranello, nel cortile che fu il giardino di Enzo Ferrari, tra le curve del circuito di Fiorano. Lewis Hamilton sta guidando una Ferrari di Formula 1 a Fiorano. Saluta subito il pubblico, alla prima curva a destra. Per lui anche un nuovo casco, giallo, in continuità con i suoi colori e quelli della Scuderia.

Il mondo è cambiato da quando per questi luoghi – tra uffici, box e pista – si aggirava un signore ombroso e severo, cronometro in mano e addosso occhiali scuri a celare lo sguardo. Ma l’entusiasmo di oggi, la folla ferrarista di oggi, ci riporta a un’era passata, confermando una passione unica nel mondo e viva nel tempo.

Il circuito è sempre lo stesso, il cortile è lì, immortale, un luogo sacro per chi crede nel fuoco divino.

Lo starà guardando dall’alto il Drake, questo ragazzo di 40 anni, storico avversario e spesso nemico della squadra italiana, sfrecciare e girare il volante su una monoposto rossa in mezzo a migliaia di tifosi che hanno invaso Fiorano Modenese. Il pilota che ha segnato l’epoca moderna, che ha ispirato generazioni, l’ultimo dei piloti arrivati dalla periferia, il vero predestinato che compie il suo destino giungendo infine all’unica meta per un vincente.

Non mente quando scrive: “ho avuto la fortuna di raggiungere traguardi nella mia carriera che non avrei mai pensato possibili, ma una parte di me ha sempre custodito il sogno di guidare in rosso. Non potrei essere più felice di realizzare quel sogno oggi”. Frasi che siamo purtroppo abituati a sentire e che fanno parte della retorica spiccia del mercato e delle presentazioni ufficiali. Stavolta, però, siamo di fronte a una verità profonda.



La passione a Maranello è più viva che mai. I cavalli che scalpitano a migliaia di giri al minuto rombano e poi svaniscono nella nebbia, per poi risuonare ancora. Lewis Hamilton, il pilota più vincente della storia, sta facendo la sua prima uscita vestito di Rosso. A disposizione la F1-75 e la SF23, quanto basta per assaggiare l’ambiente e guidare una monoposto Ferrari per la prima volta. Immagine e sport che si intrecciano, stile ed epica, marketing e talento. Ma in ordine, nel principio di causalità: prima viene il valore sportivo e poi il valore di marketing.

Non fosse il pilota più vincente della storia Lewis non sarebbe qui, e questa operazione non avrebbe una simile potenza evocativa.

Da ragazzo prodigio, ingaggiato giovanissimo sui kart da Ron Dennis, al titolo di Formula 1 sfiorato al debutto, sgomitando contro un compagno enorme come Fernando Alonso e perso per un punto proprio sull’ultimo targato Ferrari con Kimi Raikkonen nel 2007. E poi il primo titolo “rubato” a Felipe Massa e alla Ferrari, sempre per un punto, all’ultimo secondo in Brasile, grazie al celebre sorpasso su Timo Glock. E poi l’epopea Mercedes sostituendo Michael Schumacher alla corte dello stratega (ex Ferrarista) Ross Brawn.

Quel celebre e concitato finale, in cui lo stesso Carlo Vanzini non si era accorto che ad aver vinto il mondiale era stato Lewis Hamilton

Un destino, quello di chi vince e scrive la storia, che Hamilton ha interpretato meglio di chiunque altro; e che, da pilota, lo ha trasformato in icona globale fino ad essere un influencer potentissimo. La spiritualità, l’impegno politico, sono solo alcune delle tematiche ricorrenti del personaggio Hamilton, con il tatuaggio “blessed” che ne celebra l’unicità di pilota e sportivo.

Non ce n’è, il binomio che si è formato in questi giorni è il più potente che esista in questo momento.

La prima foto di Sir Lewis Hamilton da pilota Ferrari ha un’aura potentissima, è Storia con la s maiuscola. Vestito elegantissimo, come difficilmente lo si vedeva recentemente ma come si conviene alle cerimonie importanti della vita. Un modo per santificare la festa e onorare gli appuntamenti pubblici con il Cavallino Rampante, tra il sacro e il profano, un omaggio allo stile italiano e pulito che fu sempre identitario per il padrone di casa e della ditta, il Drake. Al suo fianco, il modello di riferimento per tante generazioni: la F40, l’ultimo capolavoro di Enzo.

Lewis Hamilton in Ferrari è uno di quei pochi eventi sportivi che travalica i confini dello sport per farsi atto universale, in modo particolare in Italia. È anche una scelta che ha diviso tifosi e appassionati già dai primi giorni del 2024, quando la possibilità di vedere il Nero in Rosso è diventata una notizia ufficiale. Il pilota più vincente di sempre guiderà per la squadra più titolata di sempre. Spesso la Ferrari ha ingaggiato i piloti più forti o più vincenti di una generazione, come Niki Lauda o Michael Schumacher, ma non avevano ancora ottenuto i successi per cui sono passati alla storia.

Altri, come Prost, Fernando Alonso o Sebastian Vettel, arrivarono in Ferrari dopo aver vinto campionati mondiali, ma mai da piloti più vincenti in assoluto nella storia. Anche questo è un cambio di paradigma che strizza l’occhio più al marketing che alla pista. Ma l’hype si sgonfierà presto, i tifosi vorranno i risultati e la sfida interna con Leclerc e con gli altri sarà impegnativa. Il Mondiale sarà un’altra cosa, se la macchina 2025 sarà competitiva il più pronto sarà Charles. Ma il primo ad essere affamato di gloria e di risultati, comunque, sembra essere proprio l’inglese.



Nella prima foto anche dei messaggi criptici: sette balconi aperti – come i titoli mondiali di Lewis – e il portone chiuso, simbolo dell’ottavo titolo (?) che consacrerebbe Hamilton come miglior pilota di sempre e lo farebbe entrare di diritto tra i piloti più importanti della storia del Cavallino. Ma il nome, l’aura, il brand, non fanno vincere i campionati. E vincere è indispensabile per scrivere la storia e per raggiungere l’unico obiettivo di uno sportivo.

C’è il sapore della Domenica ritrovata ma anche del capitolo finale, sportivamente e agonisticamente: quello di Hamilton sembra un percorso arrivato a compimento. Una storia che ricorda un’opera della letteratura inglese, scritto da John Bunyam, predicatore, teologo e scrittore, il cui titolo esteso recita: “The Pilgrim’s Progress from This World, to That Which is to Come: Delivered Under the Similitude of a Dream Wherein is Discovered, the Manner of His Setting Out, His Dangerous Journey, and Safe Arrival at the Desired Countrey”. Oggi il pilota, l’uomo Lewis, è giunto al luogo desiderato.

“Il viaggio del pellegrino da questo mondo a quello che verrà: simile a un sogno, le caratteristiche della sua partenza, il suo viaggio insidioso e l’arrivo al luogo desiderato”.

Ti potrebbe interessare

Max Verstappen è uno di noi
Altri Sport
Giacomo Cunial
22 Novembre 2021

Max Verstappen è uno di noi

Il pilota fuori dal coro che stavamo aspettando.
Senna per sempre
Motori
Gianluigi Mazza
01 Maggio 2022

Senna per sempre

Scoprire l'eterno, giorno dopo giorno.
Abbiamo ucciso la Formula 1
Altri Sport
Antonio Torrisi
23 Luglio 2020

Abbiamo ucciso la Formula 1

Un mondiale che, come da pronostico, è finito prima di iniziare.
È John Elkann il problema della Ferrari
Editoriali
Giacomo Cunial
29 Agosto 2022

È John Elkann il problema della Ferrari

Ridateci Montezemolo e gli uomini di pista.
La Formula 1 vuole darsi un taglio
Altri Sport
Luca Pulsoni
17 Aprile 2021

La Formula 1 vuole darsi un taglio

Il budget cap (tetto agli stipendi per i piloti) divide il Circus.